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Strage di Viareggio, l'appello bis. Moretti contestato dai parenti delle vittime

A tredici anni dal disastro ferroviario la verità processuale è ancora indefinita. L'ex ad non rinuncia alla prescrizione, i familiari delle vittime: "Vergognati"

Firenze, 7 marzo 2022 - Questa mattina è tornato in aula a Firenze, 13 anni dopo una strage ancora senza verità, il processo di appello bis per la strage di Viareggio, il disastro ferroviario avvenuto alle 23,48 del 29 giugno 2009. Nella stazione sviò un treno merci, con il danneggiamento di una cisterna contenente gpl, la cui fuoriuscita innescò un incendio con esplosione causando 32 morti e un centinaio di feriti.

I familiari delle vittime a Firenze
I familiari delle vittime a Firenze

Il nuovo appello era stato disposto dalla Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado per 16 imputati, tra i quali gli ex vertici delle Ferrovie Mauro Moretti, Michele Mario Elia, Vincenzo Soprano e Mario Castaldo, oltre a dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci. Per questi imputati la Suprema Corte ha escluso l'aggravante sulle norme di sicurezza, non riconoscendo il disastro ferroviario come incidente sul lavoro e così facendo scattare di conseguenza la prescrizione per questo reato. Ora la Corte di Appello di Firenze nel processo bis dovrà rideterminare le pene delle condanne inflitte in precedenza, considerando che l'unico reato che viene contestato agli imputati è quello di disastro ferroviario.

VIDEO: la rabbia dei parenti delle vittime

Il rinvio

L'udienza è durata poco: si è velocemente giunti a rinviarla al 7 aprile per consentire la traduzione in tedesco, che è la lingua di alcuni imputati, della sentenza della Corte di Cassazione. In circa mezz'ora di camera di consiglio la corte di appello fiorentina ha disposto il rinvio accogliendo un'istanza dei difensori degli imputati tedeschi.

Moretti non rinuncia alla prescirzione, i familiari lo contestano

Prima della fine dell'udienza Mauro Moretti, su richiesta della corte, ha dichiarato di non rinunciare alla prescrizione. La prossima udienza sarà dedicata alla relazione della procura generale. Alcuni familiari delle vittime si sono avvicinati al banco dove era seduto Moretti per contestarlo: "Vergogna" il grido più gettonato. Moretti si è alzato e si è subito allontanato, quindi c'è stato un applauso polemico da parte di tutti i familiari seduti fra il pubblico. Una familiare, Daniela Rombi, ha detto ad alta voce in aula: "Io piango mia figlia. Dovete stare tutti zitti, è una vergogna. Lui è il capo, è stato condannato e ora non rinuncia alla prescrizione".

Moretti e la prescrizione

Nel corso del primo appello Mauro Moretti (presente in aula) aveva rinunciato ad avvalersi della prescrizione. Stavolta invece ha detto in aula di non rinunciare: in aula serpeggia malumore fra i familiari delle vittime.

La traduzione in tedesco

Il pg di Firenze Sergio Affronte si è dichiarato favorevole al rinvio del processo per consentire la traduzione della sentenza della Corte di Cassazione in tedesco, attività da effettuare nel minor tempo possibile. Sono state le difese degli imputati tedeschi in apertura di udienza a presentare istanza di rinvio per questo problema della mancata traduzione in tedesco chiedendo, proprio per l'omessa traduzione della sentenza, la nullità del decreto di citazione a giudizio. Le stesse difese hanno chiesto la nullità del decreto di citazione a giudizio per l'appello bis. Su questo punto, però, il pg Sergio Affronte ha contestato l'impostazione dei difensori ribadendo, invece, la validità del decreto di citazione a processo. I giudici del collegio si sono poi ritirati in camera di consiglio per decidere proprio sull'eccezione delle difese degli imputati tedeschi.

Il corteo

In aula per chiedere "giustizia e verità" ci sono, come già in tutte le udienze passate, i familiari delle 32 vittime, che prima dell'udienza hanno dato vita a un piccolo corteo e poi a un presidio davanti al palazzo di giustizia, guidati dall'associazione "Il Mondo che vorrei".

Striscioni e cartelli davanti al Palazzo di Giustizia. Erano presenti in segno di solidarietà alcuni sindacalisti dei ferrovieri e una delegazione di operai della ex Gkn di Campi Bisenzio (Fi). Le magliette bianche con le foto delle 32 vittime sono state appese su una balaustra in legno nell'aula del palazzo di giustizia dove si svolge l'udienza.

I familiari delle vittime, riuniti nell'associazione 'Il Mondo che vorrei', hanno diffuso un volantino in cui si legge: "La Suprema Corte di Cassazione con la sua pronuncia vergognosa ha mandato in prescrizione l'omicidio colposo, non ha voluto guardare Viareggio per ciò che è stato: 'un incidente sul lavoro'. Questo influirà negativamente sulla ricerca della verità per i processi in corso (Rigopiano, Pioltello, ecc.) e per quelli che si apriranno prossimamente (Ponte Morandi, Funivia Stresia Mottarone). Sarà un salvacondotto per le imprese che se ne infischiano della sicurezza! Questa sentenza è l'espressione massima dell'incapacità della giustizia di essere al servizio dei cittadini. Quanto tempo, quanti soldi pubblici sprecati, quante manovre di palazzo per cercare di salvare ciò che nemmeno con i più incredibili artifizi sono riusciti a coprire? Due cose che la Cassazione non è riuscita a nascondere, le colpe degli Ad di Fs e di Gatx e le responsabilità accertate, date della totale mancanza di manutenzione aggravata e dall'assenza dei relativi controlli".