Pisa, 28 febbraio 2024 – I video, i testimoni e quei nomi degli agenti depositati dalla questura stessa sabato in procura, oltre venti i presenti la mattina di venerdì. Sugli studenti manganellati a Pisa, le indagini si stanno concentrando proprio su questi elementi. Si analizzano le immagini: quelle clou sarebbero contenute in una ventina di minuti di girato, riprese fatte da varie angolature e da diversi soggetti in strada. Quindici minuti prima della carica e il resto che documenta il momento più violento delle botte. Anche questi sono stati acquisiti dalla procura (blindata in questi giorni) da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo: coordina l’indagine, al momento, il procuratore capo facente funzione, Giovanni Porpora. Tra gli scenari, due le ipotesi di reato che potrebbero configurarsi, tutte, ovviamente, in concorso: le lesioni personali e la violenza privata per l’uso dei manganelli in modo non legittimo.
L’accusa dei giovani è questa: "La strada, via San Frediano, era stata chiusa, sia verso piazza Cavalieri che verso via Tavoleria, creando così un imbuto". Tanto che - ha raccontato il professore del liceo artistico Russoli Lorenzo Carletti – "nessuno riusciva a passare: la via era sbarrata davanti e dietro". Per la polizia, invece, non sarebbe stata quella l’intenzionalità del servizio di ordine pubblico.
I video , i primi elementi di prova, sia quelli pubblicati sui social, sia quelli ufficiali girati da Digos e Scientifica, nei quali si possono identificare posizioni e ruoli: il lavoro è quello di individuare se qualcuno (e quanti) si è reso responsabile di reati tra i presenti quella mattina, i 14 agenti del reparto mobile, ma anche il dirigente del servizio, due funzionari addetti, e i poliziotti di Scientifica e Digos, appunto. Immagini che devono essere incrociate con i nomi e cognomi del personale in servizio. Rischiano denunce anche i manifestanti. A breve, inoltre, si cominceranno ad ascoltare proprio i testimoni tra cui i docenti del "Russoli".
Mentre le famiglie dei giovani continuano ad organizzarsi per un’azione legale congiunta. Venerdì si terrà un primo incontro fra molti dei genitori dei feriti (sono stati 15, di cui 11 minorenni, finiti in ospedale) in un circolo Arci. L’Arci stessa ha deciso di sostenere formalmente chi è stato caricato nella manifestazione pro Palestina di venerdì.