CRISTINA PRIVITERA
Cronaca
Editoriale

Studiare sia un diritto di tutti

Una studentessa

Una studentessa

Firenze, 26 gennaio 2025 – Un annoso problema quello dell’ascensore sociale per i figli di famiglie svantaggiate da un punto di vista economico e di istruzione. Esistono fior di studi negli ultimi decenni che mostrano come esista una vera e propria barriera che impedisce ai figli di andare molto oltre il titolo di studio dei genitori. Lo confermano anche le rilevazioni del report 2024 dell’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Solo il 10% dei figli di genitori con il diploma di terza media riesce a ottenere la laurea. Il 37% non arriva nemmeno alla maturità. La famiglia di origine ha ancora un peso molto rilevante – troppo rilevante – sulle probabilità di successo a scuola e negli studi.

Un pesante motivo di disuguaglianza che non si riesce a scalfire nel nostro Paese: chi parte con svantaggi significativi non ottiene nonostante il merito la possibilità di proseguire negli studi. Un ascensore sociale bloccato che contribuisce da molto, anzi troppo, tempo di arrivare a quella mobilità che potrebbe portare soltanto sviluppo all’intero Paese. Un tema del quale si è parlato molto ma per il quale gli sforzi messi in campo – lo dicono i numeri – si sono rivelati insufficienti. Un segnale super positivo arriva dal programma Me.Mo (per il merito e la mobilità sociale, appunto) del quale la Scuola Sant’Anna è capofila: è destinato proprio a sostenere gli studenti con ottimi risultati scolastici ma provenienti da famiglie senza una tradizione universitaria. Siamo alla sesta edizione e le adesioni sono in costante, significativa, crescita tanto da aver raggiungiunto le 1.300 candidature. Un segnale chiaro che di un programma come questo ce n’è estremamente bisogno, perché contribuisce a ridurre le diseguaglianze sociali, favorendo una maggiore equità nell’accesso all’istruzione universitaria. Non c’è che da augurarsi che abbia le risorse necessarie per proseguire anche in futuro.