Milano, 20 gennaio 2023 - "Mi sono sentita sporca, ho sentito il mio corpo come se non fosse il mio. Io voglio essere sicura al cento per cento di quello che faccio, perché quello che faccio, quello che dico, è la verità".
Sono le parole che la 22enne studentessa americana ha usato, durante l'incidente probatorio davanti ai magistrati, per spiegare la sensazione provata dopo la violenza subita nella notte tra il 26 e il 27 marzo scorso in un appartamento in zona viale Libia a Milano.
Un'abitazione in cui la vittima arriva dopo aver trascorso una serata in un locale e aver accettato un passaggio in auto da sconosciuti: tre i giovani indagati per essere presenti in quell'abitazione, due invece i giovani finiti ai domiciliari e ritenuti i responsabili della violenza: si tratta di Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, giovani calciatori del Livorno.
Della violenza "posso avere solo dei flash, dei piccoli flash di quello che è successo. Quindi l'ultima cosa che ricordo è che loro mi hanno detto di sedermi sulla poltrona, che ero nuda. (...) Quando ho compreso quello che stava succedendo, io ero rimasta congelata, cioè ero congelata, ero un attimino atterrita. (...) Io gli ho detto che ho un ragazzo, ho detto di no e che questo non poteva succedere perché ho detto di no", racconta la giovane, che rimarca: "Ho continuato a dire di no". E aggiunge, dopo aver fornito una descrizione dello stupro: "Erano cinque, quindi ero abbastanza spaventata. Ho un ricordo che loro erano in cinque", sottolinea la vittima che più volte, senza essere ascoltata, ha detto "chiaramente di non volere avere un rapporto sessuale".