SILVIA ANGELICI
Cronaca

"L’Asl valuti il suicidio assistito". Il tribunale di Perugia dà ragione all’appello di una donna malata

Accolto il ricorso di una 48enne affetta da una malattia degenerativa e progressiva. L’ordinanza impone all’azienda sanitaria di aprire un procedimento per arrivare alla decisione

La Santi con i suoi legali

La Santi con i suoi legali

Perugia, 14 ottobre 2023 – “Bene, vado avanti. Sono determinata ad andare in tutte le sedi giudiziarie fino alla Corte Costituzionale e a quella Europea dei Diritti dell’Uomo. Non mi fermo". La voce è stanca ma determinata. Sono le prime parole di Laura Santi dopo che il Tribunale di Perugia, accogliendo il ricorso dei legali della 48enne perugina affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla, accorcia di fatto le distanze verso la scelta o meno del fine vita. L’ordinanza del Tribunale infatti impone alla Asl Umbria 1 di emettere un provvedimento finale che indichi se la Santi sia in possesso dei requisiti per l’accesso al suicidio assistito in Italia. Un passaggio sollecitato da tempo dai legali della perugina e su cui avevano acceso i riflettori anche con conferenze stampa e interventi a più riprese sui giornali e in televisione.

Laura Santi ha 48 anni. E’ sposata con un uomo che la adora. Prima della malattia faceva la giornalista e si occupava di comunicazione. Da 27 anni è affetta da una forma grave e avanzata di sclerosi multipla. Da oltre un anno aspetta il completamento della procedura per accedere al suicidio assistito da parte della Usl Umbria 1. "Sono ancora una donna giovane e non so se vorrò morire – racconta – In questo momento voglio ancora vivere. Ma la mia vita sta diventando sempre più dura". 

"Quest’ultima decisione – dichiara l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di Laura Santi – ordina il completamento di questa procedura di verifica delle condizioni della persona malata. Attendiamo il provvedimento finale dell’azienda sanitaria".

La risposta non si è fatta attendere. Per l’avvocato Pietro Laffranco, legale della Asl, il provvedimento "riconosce in più passaggi la correttezza del comportamento dell’azienda, che difatti si pone a fondamento del respingimento di una delle domande della ricorrente. L’ordinanza respinge la quasi totalità delle domande della ricorrente; pone alcuni punti fermi, per quanto possibile in vicende così delicate e scivolose, tra cui il non obbligo di fornire da parte di Asl, nell’eventualità in cui si riscontrassero successivamente le condizioni per accedere alla procedura, il farmaco letale, di ogni dispositivo necessario e dell’assistenza. Il collegio impone all’Asl Umbria 1 solo l’obbligo di emettere un provvedimento finale, di conferma o modifica di quello originario, in precedenza impossibile poiché il parere del Comitato etico regionale è intervenuto molti mesi dopo l’inizio della procedura".

"Ora - prosegue Laura - è arrivato il momento di scalare la marcia e salire. Siamo solo all’inizio. Non mi illudo. Nelle mie condizioni si sopravvive, più che vivere: per il momento non voglio morire. Ma sapere che posso decidere sul mio fine vita mi dà serenità. La mia è una battaglia che porto avanti sia per me che per gli altri malati, e questo mi dà la forza per proseguire, nonostante gli ostacoli burocratici e l’oscurantismo che c’è in Italia sul tema dell’eutanasia".