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Superbonus, lo stop metterebbe a rischio 150mila lavoratori

Lo dice una ricerca condotta da uno studio fiorentino. “Occorrerà trovare una soluzione equa che garantisca la cessione dei crediti. Allo stesso tempo ci vogliono estesi controlli per contenere l'innalzamento speculativo dei prezzi e le truffe"

Lavori legati al superbonus

Firenze, 9 marzo 2023 - Uno stop del superbonus edilizio? Potrebbe mettere a rischio 150mila lavoratori in tutta Italia. La fosca previsione è di Susini Group S.t.P., studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro. “Occorrerà rimodulare il decreto che ha bloccato la cessione dei crediti e lo sconto in fattura. Se è vero che la norma relativa al superbonus edilizio ha portato danni alle casse dello Stato, è altrettanto sicuro che il suo stop immediato e totale porterebbe conseguenze molto gravi per l'occupazione in Italia”. Ecco che un “blocco immediato e totale” metterebbe appunto 150mila persone a rischio licenziamento o, nella migliore delle ipotesi, nella condizione di essere messe in cassa integrazione. 

“Poco meno di 100mila di queste persone lavorano nel settore dell’edilizia. Mentre 50mila sono attivi nella filiera, tra aziende produttrici di infissi, impiantistica e materiali edili”, proseguono dallo studio.

Nell'edilizia, spiegano i consulenti del lavoro, rispetto al 2021, nel 2022 i prezzi sono aumentati di circa il 20%. I motivi sono molteplici: carenza di materiali e di materie prime a seguito della guerra fra la Russia e l'Ucraina, speculazione da parte di taluni imprenditori.

Se a gennaio 2023 le detrazioni cumulate a seguito del superbonus ammontavano a circa 72 miliardi di euro, si evince facilmente che l'aggravio dei costi per le casse dello Stato ammonterebbe a circa 14 miliardi. Una cifra mostruosa. “Occorrerà trovare una soluzione equa che garantisca la cessione dei crediti. Allo stesso tempo ci vogliono estesi controlli per contenere l'innalzamento speculativo dei prezzi e le truffe", commenta Sandro Susini, fondatore di Susini Group S.t.P..