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Tari in Toscana, Fantappiè (Uil): “Aumenta praticamente ovunque”

Negli ultimi cinque anni ben tre capoluoghi di provincia hanno registrato un aumento superiore al 25%: Pistoia (+55,4%), Firenze (+40%) e Arezzo (+39,67%)

rifiuti

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Arezzo, 3 giugno 2024 – Alla luce degli ultimi dati sulla variazione degli importi della tassa sui rifiuti (TARI) nelle diverse città italiane, resi disponibili da uno studio del servizio Politiche Economiche, Fiscali e Previdenziali della UIL, si evince un importante aumento del carico fiscale per le famiglie toscane, che in particolare andrà a pesare notevolmente sull’economia di quelle meno abbienti.

Nel Paese, dal 2018 al 2023 si è registrato un aumento medio del 9,63%, di cui l’1,66% solo nel 2023. In termini assoluti quindi, una famiglia di quattro persone, residente in un'abitazione di 80 mq e con reddito ISEE pari a 25 mila euro, ha pagato, in media, 331 euro per la tassa sui rifiuti nel 2023, rispetto ai 302 euro versati nel 2018.

Nel Centro Italia questo aumento si è attestato al 3,22%, con una spesa media di 347 euro.

La situazione in Toscana non è delle più rosee.

Pisa ad esempio detiene il primato per il costo assoluto con una media annuale di 545 euro per famiglia, quasi trenta euro in più alla seconda, Brindisi (518 euro).

Mentre tra le dieci città italiane che hanno registrato il maggior aumento percentuale tra il 2022 e il 2023 ne troviamo due toscane: Pistoia al quinto posto (10,67%), che passa da 445 a 492 euro, e Firenze al terzo posto (14,67%), che passa da 291 a 334 euro, attestandosi comunque sulla media nazionale.

Inoltre, negli ultimi cinque anni ben tre capoluoghi di provincia hanno registrato un aumento superiore al 25%: Pistoia (+55,4%), Firenze (+40%) e Arezzo (+39,67%). Da notare anche Pisa, il cui aumento è del 24,23%.

Ci sono anche buone notizie. Lucca e Grosseto infatti risultano tra le dieci città italiane più virtuose dal punto di vista della variazione percentuale: la prima si attesta all’8° posto con una diminuzione del 3,49%, la seconda la segue al 9° posto con una diminuzione del 2,96%. Anche a Siena la TARI diminuisce del 0,79%, ma dal 2018 il dato è interessante, essendo l’unica provincia con una differenza negativa di addirittura il 10,5%.

Conclusioni

Secondo il Segretario Generale della UIL Toscana Paolo Fantappiè questi “sono dati che mettono in luce come, per l’ennesima volta, siano le famiglie a sopportare gli aumenti del carico fiscale, tranne poche eccezioni. Famiglie toscane che negli ultimi mesi sono provate da eventi meteorologici estremi - per cui moltissime famiglie sono ancora in attesa dei risarcimenti -, dalle conseguenze della pandemia, da un’inflazione che sta dilaniando i loro risparmi e da una grande presenza di lavoro povero e di scarsa qualità, che va ad incidere notevolmente sulla portata del fenomeno.

Diversi fattori quindi, come l’inflazione, l’aumento dei costi dell’energia, i costi di gestione dei rifiuti - che variano in base alla densità abitativa, alla conformazione territoriale e alle infrastrutture disponibili - possono influenzare l’importo della TARI.

Ci aspettavamo che, con la nascita della Multiutility in Toscana, si riuscisse ad invertire la tendenza, stabilizzando le tariffe e addirittura riducendole. Su questo tema come UIL Toscana ci batteremo fino in fondo: la nascita di questa importante società di servizi non deve solo portare ad un miglioramento dell’efficienza del servizio, ma contestualmente deve calmierare anche le tariffe.

Chiaramente chiediamo la rapida messa a terra del piano regionale relativo alla costruzione degli impianti di riciclo e smaltimento in Toscana, in quanto ad oggi ancora troppi rifiuti vengono inviati fuori regione per il relativo trattamento e smaltimento, con costi ovviamente più alti”