Stefano Brogioni
Cronaca

Nello scarico del lavandino la soluzione del giallo delle valigie

Le tracce isolate dai Ris potrebbero essere compatibili con il lavaggio del coltello o della sega usata per smembrare i corpi

Teuta e Shpetim Pasho

Firenze, 19 febbraio 2021 - Sono state isolate nel tubo di scarico del lavandino della cucina dell’appartamento fiorentino di via Font ana alcune tracce genetiche che potrebbero portare alle vittime o ai responsabili del duplice omicidio di Teuta e Shpetim Pasho, i coniugi albanesi spariti il 1° novembre del 2015 i cui resti sono stati ritrovati in quattro valigie abbandonate in un campo a ridosso del carcere di Sollicciano. Ed è su queste tracce - compatibili in ipotesi con il lavaggio delle mani, del coltello o della sega che sarebbe stata usata per smembrare i corpi - che si dipanerà l’accertamento che il sostituto procuratore Ornella Galeotti ha in programma. Anche se lunedì, il giorno della ’convocazione’ per i tre indagati (Elona Kalesha, all’epoca della scomparsa della coppia fidanzata con il figlio dei Pasho, Taulant, pure lui indagato assieme al fratello della Kalesha, Denis, attualmente detenuto ma per un’altra vicenda) c’è il rischio di dover rimandare: al momento, non è ancora tornata indietro la notifica dell’avviso a Taulant, recluso in Svizzera per dei furti. L’auspicio è che l’atto arrivi in queste ore. L’esame programmato dal pm Galeotti è irripetibile. Il materiale a disposizione è deteriorabile. Elona Kalesha, tramite il suo legale, l’avvocato Federico Febbo, ha nominato la genetista Marina Baldi. Secondo quanto trapela, quelle nello scarico del lavandino sarebbero state le uniche tracce isolate nell’appartamento in cui gli inquirenti collocano il duplice omicidio e il depezzamento di Shpetim e Teuta. Marito e moglie erano arrivati circa un mese prima dall’Albania per incontrare il figlio Taulant che il 2 novembre sarebbe uscito dal carcere. Ma gli ultimi contatti dei coniugi in vita s’interrompono al giorno 1. L’ultima ad averli visti sarebbe stata proprio Elona, che aveva affittato a suo nome quella casa, da cui una donna, nei giorni successivi, è stata vista da dei condomini spostare delle valigie che emanavano odore di "ciccia andata a male". Il dna potrebbe offrire prova della presenza dei Pasho in via Fontana, o anche del passaggio dell’assassino o degli assassini. Il quadro non è ancora delineato, anche se la procura è sicura che tutto ruoti intorno a Elona e ai suoi segreti. Anche quello di una gravidanza, interrotta pochi giorni prima dell’uscita dal carcere del fidanzato, e della morte dei ’suoceri’. ste.bro.