MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Telescopio Webb, l’astrofila Maura Tombelli: "Scopriremo i misteri dell’universo"

“Quando guardiamo alla nostra galassia, è come guardare un bosco all’inizio del bosco: vediamo solo i primi alberi. Bisogna puntarlo oltre per vedere quel che c’è dietro il muro di stelle”

Maura Tombelli

Firenze, 12 luglio 2022 - “Sto guardando le immagini e sono letteralmente incantata”. Così l’astrofila Maura Tombelli, direttrice dell'Osservatorio Astronomico Beppe Forti di Montelupo Fiorentino, cacciatrice di asteroidi dopo una vita da bancaria, e appassionata dello spazio fin da bambina.

Tombelli sta guardando con ammirazione, come sta facendo il resto del mondo, la prima immagine del nuovo telescopio spaziale, presentata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, accompagnato dalla vicepresidente Kamala Harris e dall'amministratore capo della Nasa, Bill Nelson. Si tratta dell'ammasso di galassie SMACS 0723, al centro della prima immagine di James Webb, il telescopio spaziale nato dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale canadese (Csa).

Si è aperto un nuovo capitolo nell'esplorazione dello spazio: la prima immagine dal telescopio Webb rappresenta un momento storico per la scienza e la tecnologia, per l'astronomia e l'esplorazione spaziale, per l'America e tutta l'umanità. Immagini all'infrarosso, perché è in questa lunghezza d'onda che funzionano gli 'occhi' del telescopio James Webb e ce ne saranno molte per ognuno dei cinque bersagli degli strumenti di Webb. Oltre all'ammasso di galassie SMACS 0723, che funziona come una lente di ingrandimento cosmica attraverso cui vedere galassie molto distanti, il telescopio ha fotografato nell'infrarosso la Nebulosa della Carena (o Nebulosa di Eta Carinae), una delle più grandi e brillanti della Via Lattea, una culla di stelle massicce distante 7.600 anni luce. Ha poi catturato le immagini del pianeta esterno al Sistema Solare WASP-96b, un gigante fatto soprattutto di gas che si trova a 1.150 anni luce dalla Terra; quelle della Nebulosa Anello del Sud, una nube di gas in espansione che circonda una stella morente, e quelle delle cinque galassie vicinissime fra loro note come il Quintetto di Stephan, distanti 290 milioni di anni.

 

Maura Tombelli, cosa ci dice di questo telescopio, il più potente del mondo?

“Presenta ottiche molto particolari, sicuramente andremo a cercare attraverso di lui l’origine dell’universo. Stavo guardando proprio ora le prime immagini al computer e messe al confronto con il telescopio Hubble, posso dire che sono veramente splendide".

Come è possibile ricavare immagini così incredibili?

"Se penso al telescopio Hubble, che comunque è un po’ datato, ci accorgiamo che siamo riusciti a vedere galassie lontanissime, che però si vedono leggermente sfocate. Il confronto con queste immagini, che invece sono nitide, è lampante. Sembrano quasi essere riprese come galassie vicine: è una cosa eccezionale. Credo che questo strumento ci porterà a fare passi in avanti nella scoperta dei misteri dell’universo, e saremo in grado di trovare risposte alle fatidiche domande: perché esistiamo, da dove veniamo, e dove andremo”. 

 

Su quale parte di galassia, secondo lei, dovrebbe essere puntato?

“Bisognerebbe andare sicuramente verso il centro della nostra galassia, per cercare di capirla. Ma anche fuori, oltre, in zone in cui andare molto più lontano. Per fare un esempio: quando si guarda la nostra galassia, è come guardare un bosco all’inizio del bosco: vediamo i primi alberi e non vediamo niente. Così come per il resto: vediamo le stelle ma non quello che c’è dietro il muro di stelle. Se guardiamo invece dalla parte opposta, dove le stelle sono molto più rade, riusciamo a vedere galassie lontanissime, e questo può significarne studiarne la formazione”.

 

Dal cielo della Toscana cosa si potrebbe vedere?

“Quello che ci fa difetto sulla Terra è l’atmosfera, che ci serve per vivere, ma non ci permette di vedere bene le immagini del profondo cielo. È come quando vedo l’aria che si muove da una macchina che è stata al sole, quindi le immagini sono disturbate da questo fenomeno. Posizionandolo invece fuori dall’atmosfera, nello spazio, posso ottenere delle immagini nitide. Le ottiche che sono state sviluppate sono adattive, si adattano cioè a quello che stanno guardando. Stamani mi sto beando di queste immagini”.

 

Ognuno dei cinque bersagli del telescopio spaziale Webb  corrisponde a cinque grandi temi di ricerca: la nascita delle stelle, la formazione dei pianeti, la nascita delle prime galassie dopo il Big Bang, l'evoluzione delle galassie, lo studio dei pianeti esterni al Sistema Solare. Cosa aspettarsi?

“Queste sono solo le prime domande, altre non le conosciamo ancora e arriveranno. C’è da aspettarsi veramente tante cose da scoprire e su cui fare chiarezza sull’origine dell’universo. Intanto c’è un altro aspetto positivo: si parla di scienza, e non di cose brutte e terribili che stanno avvenendo sul nostro mondo”.