Firenze, 28 dicembre 2024 - Tutto congelato. Per ora, di fatto viene sospesa la perdita dell’autonomia da parte del comprensivo Gonnelli. La giunta regionale toscana ha infatti deciso di andare un’altra volta alla guerra contro il governo. Ha sì approvato il piano di dimensionamento per il prossimo anno scolastico, ma ha deciso di sospendere i 14 accorpamenti imposti. La decisione è stata presa nell'ultima seduta del 23 dicembre, a seguito di dati aggiornati sulla popolazione scolastica che non coincidono con quelli utilizzati dal Ministero dell'Istruzione per determinare il contingente di dirigenti scolastici e amministrativi. Insomma, per la Toscana tutti i conti sono da correggere: Roma avrebbe sbagliato i calcoli.
Secondo i numeri forniti dall’Usr, la popolazione scolastica effettiva nella nostra regione, a novembre 2024, è di 440.081 studenti, un dato superiore rispetto alla stima ministeriale di 436.258. Gli accorpamenti sarebbero dunque stati decisi sulla base di conteggi errati. Di qui la decisione di far ricorso al Tar contro i tagli imposti dal governo.
“Il Ministero dell'Istruzione non ha aggiornato i dati, lasciando invariati i numeri fissati nel 2023”, hanno spiegato il presidente Eugenio Giani e l'assessora Alessandra Nardini. “Abbiamo contestato questa decisione in ogni sede, ma nulla è cambiato. Per questo abbiamo scelto di agire legalmente per tutelare la scuola pubblica toscana”, aggiungono.
Il decreto interministeriale al centro della diatriba prevede una riduzione graduale del contingente di dirigenti e direttori dei servizi generali e amministrativi: 455 unità per il 2024-2025, 452 per il 2025-2026 e 446 per il 2026-2027. La Regione Toscana, da sempre ha lottato in ogni modo contro “questa politica dei tagli alla scuola messa in atto governo che ha ricadute negative sia didattiche che occupazionali”, accusa Nardini. E ancora: “Abbiamo espresso la nostra convinta contrarietà in tutti passaggi in conferenza delle regioni e lo abbiamo fatto anche presentando subito ricorso alla Corte Costituzionale e al Tar, senza però ottenere l’esito sperato. Sulla scuola si dovrebbe investire, non certo tagliare”.
Nonostante tutto, la Toscana aveva dovuto adeguarsi, programmando 14 accorpamenti in linea con il decreto, stabilendo allo stesso tempo criteri che proteggessero le scuole situate in aree periferiche e ultra-periferiche.
Adesso Giani e Nardini confidano “che almeno questa volta il Tar riconosca l’illegittimità del comportamento del Ministero e la necessità di rivedere tutta questa riforma sulla organizzazione della rete scolastica, a cui vogliamo ribadire la nostra contrarietà sia nel merito che nel metodo, specialmente per una Regione come la nostra che negli anni si è impegnata a dimensionare correttamente gli istituti”.
Adesso, forte dei numeri aggiornati, la Toscana spera finalmente di vincere questa battaglia lunga e complicata. Basti pensare quanto ha tenuto banco la vicenda del liceo classico Galileo di Firenze. Anch’esso rischiava di venire accorpato. Ma la Metrocittà aveva deciso di salvaguardarlo, sacrificando però Gambassi. Adesso, tutto resta sospeso.