Firenze, 27 marzo 2020 - Domenica 29 marzo sciopereranno i lavoratori dei punti vendita del settore del commercio in Toscana, aderenti a Cgil, Cisl e Uil. Lo sciopero, proclamato dalle organizzazioni dii categoria (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil) per l'intera giornata.
Una decisione che, spiegano i sindacati "deriva dal fatto che molte aziende del settore non hanno preso in considerazione le richieste del sindacato, sia a livello nazionale che regionale, di ridurre, in questa fase, le fasce orarie di apertura al pubblico e di prevedere la chiusura di tutti i punti vendita nelle giornate domenicali collocate nella vigenza dei decreti legislativi emanati dalla Presidenza del Consiglio in merito alla difficile situazione sanitaria"
Cgil, Cisl e Uil ritengono "irresponsabile il comportamento di quelle aziende che continuano a privilegiare il profitto al senso di responsabilità collettiva di cui il Paese ha bisogno".
Nella nota delle organizzazioni sindacali si sottolinea che "queste nostre richieste hanno avuto nel corso della scorsa settimana una parziale risposta da parte di alcune aziende, che hanno deciso ridurre le loro fasce di apertura e per la domenica di chiudere alle ore 15. Resta inteso che rimane centrale il problema di in un sovraffollamento nei punti vendita che rimarranno aperti, con evidenti e gravi problemi di contagio. Le nostre richieste continuano a ricercare soluzione e proposte volte alla salvaguardia dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, ancora troppo spesso in condizioni di sicurezza precaria, dovute in parte alle negligenze aziendali e in parte all’eccessivo ricorso alla spesa giornaliera".
La nota prosegue: "Le lavoratrici ed i lavoratori del terziario/commercio e della cooperazione, hanno garantito in questa fase un servizio fondamentale e lo continueranno a fare, ma è necessario garantire anche a loro il dovuto recupero psico fisico. Per questo continuiamo a chiedere che ci sia un equiparazione degli orari commerciali e delle chiusure dei punti vendita, in modo tale da garantire ad aziende, clienti e lavoratori un trattamento univoco. In questa momento è sempre più necessario trasmettere il messaggio ‘io resto a casa’, ed è per questo che bisogna che le persone capiscano che la spesa si può fare una volta a settimana, che uscire di casa senza una reale necessità mette tutti in pericolo. Perché nessuno si salva da solo".