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Toscana arancione, per Giani "decisione ingiusta e immotivata". Commercianti infuriati

Scoppia anche la polemica politica dopo la decisione del Governo di lasciare la Toscana in zona arancione

Eugenio Giani questa mattina a Careggi (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Eugenio Giani questa mattina a Careggi (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 12 dicembre 2020 - "La Toscana rimane in zona arancione fino alla settimana prossima e voglio dire che ritengo questa decisione ingiusta ed immotivata, e non rende merito al lavoro fatto soprattutto dai toscani con i loro comportamenti, dalle istituzioni e dai dati che abbiamo: da lunedì ad oggi la media è sempre stata questa, circa 500 persone contagiate al giorno". Così Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, in una diretta Facebook.

Quella della Toscana "è una situazione che rispetto alle altre Regioni che ci circondano vede dei dati tutti superiori, dalla Liguria, all'Emilia Romagna, Umbria, Lazio - ha spiegato Giani -. Allora perché la Toscana è in zona arancione? Mi è stato risposto che il motivo è perché si è voluto essere rigidi sul principio formale che chi va in zona rossa deve starci tre settimane, e poi 14 giorni in zona arancione prima di tornare in zona gialla. Ma in realtà il modello che è stato messo in campo io lo vedevo funzionale non al rispetto formale delle tre settimane e della due settimane", perché "se i dati migliorano e se le situazioni sono oggettivamente di buona qualità nel contenimento del contagio, perché dover aspettare questi periodi".

Giani ha poi evidenziato che il Dpcm del 3 dicembre "all'articolo 2 terzo comma consente di poter entrare anche prima dei 14 giorni nella zona di più elevato modello di mobilità, la zona gialla. E allora perché non usare questa opportunità?".

"Questa mattina ho preso il telefono, ho parlato con il ministro Speranza, abbiamo parlato da persone, e gli ho chiesto: 'Almeno motivatemelo'. Quindi abbiamo fissato con il direttore dell'Istituto superiore di sanità Brusaferro per oggi pomeriggio una chiacchierata fra i nostri tecnici e i loro", affinché "in questa cabina di regia ci motivi il perché, visto che i dati che leggo sui giornali, che diamo e riportiamo all'Istituto superiore di sanità, sono tutti dati che ormai da tre settimane sono di zona gialla", ha  detto poi Giani a margine di un evento all'ospedale di Careggi. "Lavoro incessantemente perché ci sia un fatto di giustizia - ha aggiunto -, con la Toscana che possa essere il prima possibile in zona gialla. Non voglio fare ricorsi - ha concluso Giani -,ritengo che tutto debba nascere dalla condizione e dell'approfondimento delle idee, soprattutto con l'autorità del Ministero".

Il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo, gli fa eco: "Rispetto la decisione di tenere la Toscana in zona arancione ancora una settimana , la massima prudenza di fronte alla pandemia è un dovere, ma questa estrema rigidità non mi convince. I numeri dell'Iss ci dicono infatti che l'evoluzione del virus nella nostra regione, grazie ai sacrifici di queste settimane, ha decisamente rallentato: l'Rt della Toscana è 0,76 mentre quello nazionale è 0,82. Non ci sono allerte relative alla resilienza dei servizi sanitari territoriali, tracciamo il 96,6% dei casi e la classificazione complessiva del rischio secondo la cabina di regia dell'Iss stesso è moderato".

"Insomma - prosegue Mazzeo - abbiamo tutti gli indicatori da zona gialla ma le rigide interpretazioni burocratiche ci costringeranno ancora in arancione. L'ho già detto quando in una settimana passammo da zona gialla a zona rossa: il rischio più grande che il governo nazionale possa correre è quello di non rendere pienamente comprensibili le proprie scelte. E in queste ore ammetto che provo esattamente la stessa sensazione. A maggior ragione, però, dobbiamo prenderci un impegno - conclude Mazzeo - una volta usciti da queste restrizioni dobbiamo fare in modo di non rientrarci mai più".

LE ASSOCIAZIONI SUL PIEDE DI GUERRA

"La Toscana continua ad essere arancione. Una decisione che rischia di assestare il colpo finale a migliaia di aziende di un settore che si è sempre adeguato alle necessità sanitarie adottando immediatamente tutti i protocolli richiesti. Leggiamo in questa immotivata scelta una punizione senza motivi, con la politica nazionale che risulta persino incapace di utilizzare i provvedimenti legislativi". Così le categorie del commercio e degli esercizi della Toscana in una nota congiunta. Per il presidente di Confesercenti regionaleNico Gronchi, "è uno schiaffo in faccia alla nostra Regione, alle imprese e alle istituzioni, una frattura difficile da sanare. Chiediamo immediatamente alla Regione un tavolo di emergenza per capire cosa fare subito per queste imprese e per permettergli di lavorare anche contro le volontà incomprensibili di numeri, codici, rapporti, algoritmi. E' una cosa inaccettabile e un gigantesco alibi".

Il direttore di Confcommercio ToscanaFranco Marinoni, sottolinea che "perdere anche solo un altro giorno sarebbe criminale, vorrebbe dire non aver capito nulla della tragedia in atto, prima di tutto sanitaria ma anche economica. Anche se qualcuno si ostina a non tenerne conto. Così facendo si condannano a morte certa migliaia di imprese".

Franco Brogi, presidente di Fiepet Toscana (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici), osserva che "i ristoratori toscani sono schiacciati ad oggi, non tanto dal Covid, ma dall'incapacità di questo Governo che non riesce a far rispettare due regole sensate ma si accanisce su una categoria ad oggi in maniera del tutto infondata. Alla politica nazionale chiediamo di fare il proprio mestiere, avendo il coraggio di fare la cosa giusta non quella che vi torna meglio. Dietro ogni banco bar, dentro le cucine, ci sono famiglie, vite, sogni, passioni".

Critico anche Aldo Cursano, presidente di Fipe Toscana (Federazione italiana pubblici esercizi): "Annunciamo, come federazioni di categoria, una forte iniziativa a sostegno della bontà delle nostre ragioni: stiamo definendo gli ultimi dettagli organizzativi e renderemo noto il programma nelle prossime ore. Se è vero poi che i dati sono preoccupanti, nonostante le due settimane di zona rossa e una di arancione, quindi di non attività per i nostri ristoranti, questo dimostra che le fonti di contagio è evidente siano altre".

LA POLITICA

"Il punto della questione, ancora prima di parlare di regione gialla o arancione, è uno: la Toscana è in grado di riaprire in sicurezza? Giani ci deve dire se siamo in grado di riaprire le attività e le imprese in sicurezza sotto il profilo non solo dei dati sanitari, ma anche se è stato realizzato un piano dei trasporti che consenta di mantenere il distanziamento sui mezzi e dimezzare quindi la capienza, potenziando il numero delle corse. Altrimenti, la smetta di giocare con i colori e di illudere i toscani". Lo affermano, in una nota congiunta, il senatore Massimo Mallegni, commissario toscano di Forza Italia, Marco Stella, presidente del Gruppo Forza Italia al Consiglio Regionale della Toscana, e i senatori forzisti toscani Barbara Masini e Roberto Berardi. "Detto questo - proseguono - altre regioni con dati sanitari pressoché uguali ai nostri sono diventate gialle: come mai questa disparità di trattamento? Purtroppo, ci sembra che la Toscana stia pagando le liti interne ai diversi partiti che compongono la maggioranza di sinistra che governa a Roma, in particolare verso formazioni che hanno i loro vertici nazionali di base nella nostra regione. La chiusura di bar, ristoranti e negozi sta provocando dei danni incalcolabili alla nostra economia, molti di loro rischiano di non riaprire più".

"In questi giorni ricevo molti messaggi che chiedono se ci sono novità rispetto alla classificazione per 'colore' della Toscana: ad oggi l'ordinanza del Ministero della Salute prevede una durata della zona 'arancione' fino a sabato 19 dicembre. Ogni venerdì c'è il monitoraggio settimanale e l'ultima riunione non ha cambiato la situazione. Ho fatto questa premessa perché non vorrei che facessimo dipendere tutto dal colore, ovvero che la 'zona gialla', quando ci sarà, fosse interpretata come un 'liberi tutti'. Dobbiamo focalizzarci, con la stessa attenzione con cui discutiamo dei 'colori', di ciò che ci aspetta nelle settimane di questo inverno". Lo scrive il consigliere regionale Marco Niccolai (Pd).

"Chiarezza e trasparenza dei dati, altrimenti si genera forte malumore e non si comprendono le decisioni. Il Ministero della sanità spieghi, dati alla mano, perché la Toscana resta regione arancione e non passa a gialla. Non è semplicemente una questione cromatica ma molto, molto concreta. Basti pensare alle 20.000 imprese di ristorazione e alle migliaia di persone che ci lavorano. I 21 criteri e parametri non sono semplici ma tutti gli organi sanitari e le istituzioni regionali ci dicono da giorni che i parametri sono notevolmente migliorati. Allora perché non c'e' stato il passaggio a regione gialla?". Questo quanto scrive sulla sua pagina facebook Gabriele Toccafondi, deputato fiorentino di Italia Viva.

Marco Remaschi, coordinatore regionale di Azione Toscana: "Il ministro Roberto Speranza, in base ai 21 parametri, ha decretato nella tarda serata di ieri che la Toscana rimarrà ancora, almeno per tutta la prossima settimana, zona arancione. Su questo il presidente Eugenio Giani ha commesso (almeno) un grave errore: creare false aspettative. Ora sarebbe utile sapere su quale criterio/parametro è 'cascato l'asino' per poter valutare se ci sono delle responsabilità".

"Serve spiegare perché la Toscana resta arancione. Il periodo di 14 giorni per le misure di classificazione puo' essere derogato, perché non e' stato fatto?", si chiede Stefano Scaramelli, vicepresidente e capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale.

"Giani ha creato false aspettative nei toscani. Ristoratori e baristi si stavano già preparando a riaprire domani mattina ma poi hanno scoperto che il loro governatore aveva fatto degli annunci fasulli. Caro Giani, la differenza tra tagliare nastri e governare, sta proprio in questo. Quando ci si limita a presenziare a inaugurazioni si può annunciare qualsiasi cosa, ma quando si governa, si ha una responsabilità e agli annunci devono seguire i fatti", dice Francesco Torselli, presidente del gruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale.

Nonostante l'indole tipicamente "democristiana" del presidente Giani, anche stavolta i toscani hanno dovuto ingoiare l'ennesima delusione, visto che l'agognato e pensiamo meritato ingresso in fascia gialla è stato rimandato, plausibilmente, di una settimana". Ad affermarlo Elisa Montemagni, capogruppo in Consiglio regionale della Lega. "I cittadini di Piemonte e Lombardia, tanto per fare due esempi a nostro avviso significativi - prosegue il consigliere - da domani godranno di restrizioni attenuate, mentre la Toscana, nonostante il solito marcato ottimismo di chi la governa, rimarrà inesorabilmente ancorata all'arancione".

"Il governo boccia la Toscana senza motivarne la decisione. Quattro regioni tornano gialle e sono quattro regioni di centrodestra che oltre ad assicurare la tutela della salute hanno anche garantito le esigenze economiche dei commercianti e delle attività produttive", dichiara, in una nota Maurizio Carrara, deputato toscano della Lega. "In Toscana - prosegue Carrara - la situazione è paradossale perché nonostante i parametri mostrino oggettivi miglioramenti sul fronte della situazione sanitaria rimane in zona arancione. Giani, presidente della Regione, preferisce l'uso della diplomazia all'assunzione di responsabilità, sembra più orientato a difendere le decisioni dei suoi compagni di partito romani che non a tutelare i diritti delle categorie economiche della nostra regione. Manca chiarezza, i metodi di giudizio appaiono complicati anzi studiati ad hoc per creare confusione, ma queste non sono le Istituzioni che ci rappresentano né a livello nazionale né a livello regionale", conclude Carrara.

I SINDACI

"Sono amareggiato e dispiaciuto per la persistenza della zona arancione, con tutte le relative norme limitative, per la nostra amata Toscana, mentre Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte diventano zona gialla. Ricordo ancora quando chiesi a Giani di valutare la zona gialla per Grosseto, in effetti mi ascoltò e reagì, ma ahimè invano. Si parla di tempistica di valutazione ma da gialli a rossi siamo passati in meno di una settimana. Tante domande mi pongo e intanto il tempo passa e le imprese languono", chiosa su Facebook il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna.

"La Toscana è una delle pochissime regioni ancora nella fascia arancio, quindi con restrizioni più pesanti rispetto a quasi tutte le altre. Non è colpa del fato o del destino baro, è responsabilità nostra, dei nostri comportamenti quotidiani. E' sottovalutazione di una pandemia drammatica che si porta via vite e affetti, è negazione dell'evidenza, a volte anche da parte delle istituzioni", dice il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro. "Più e più volte ho raccomandato il rispetto delle regole dettate dal governo - aggiunge in una nota -, continuo a farlo, ogni santo giorno, perché è l'unico modo per uscirne, anche se naturalmente non ci piace. Quindi non diamo colpe a chi non ne ha, assumiamoci le nostre responsabilità e cerchiamo con serietà di raggiungere quanto prima i parametri sanitari necessari per diventare gialli. Ne va della tenuta della nostra economia, ma anche della nostra pazienza".

"Una settimana arancione di questi tempi equivale almeno a tre mesi di mancati incassi per le imprese con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista occupazionale e sociale. La conferma della zona arancione da parte del Governo per la Toscana è un grande furto per i toscani e per le imprese toscane", dice il sindaco di Pietrasanta, Alberto Stefano Giovannetti. "Una settimana in zona arancione significa allungare l'agonia di ristoranti, bar e gelaterie - aggiunge - che non possono sopravvivere ancora molto con asporto e consegna a domicilio nonostante impegno e volontà dei loro titolari e dipendenti, significa che i cittadini non si potranno spostare tra comuni per fare regali nei negozi, significa in buona sostanza ammazzare il principale periodo di acquisti dell'anno. Mi auguro che il governatore Eugenio Giani tiri fuori un po' di coraggio - conclude - e anticipi con un'ordinanza almeno l'apertura di tutte le attività secondo lo schema della zona gialla, e autorizzi gli spostamenti almeno tra comuni della stessa provincia".

"Esattamente come ho provato a spiegare in questi giorni, il Ministero della Salute non ha fatto sconti alla Toscana rispetto alla regola che sta applicando fin dall'inizio di far stare una regione in fascia arancione 15 giorni prima di passarla 'gialla'. La Regione ha sbagliato a creare un'aspettativa senza avere la certezza del risultato". Lo ha scritto su Facebook Luca Menesini, sindaco di Capannori e presidente della Provincia di Lucca. Gli fa eco la collega di AltopascioSara D'Ambrosio: "Per la zona gialla se ne riparla, probabilmente, il 20 dicembre, allo scadere cioè dei classici 15 giorni dall'ingresso in zona arancione. Lo dico senza troppi discorsi: per me ha sbagliato il presidente Giani a creare tutte queste aspettative, ha sbagliato ad annunciare un ritorno alla zona gialla senza averne prima certezza, ha sbagliato a gestire questa cosa con tanta sicurezza, smentita poi nei fatti".

(A cura di Luca Boldrini)