Firenze, 16 novembre 2020 - Con gli ospedali in forte sofferenza – ad oggi questa sembra la maggiore criticità: i pronto soccorso di Santa Maria Nuova a Firenze e Borgo San Lorenzo nel Mugello hanno dirottato i pazienti su Careggi dove sono arrivati malati anche da Prato – la Toscana rossa in realtà ha molti dati migliori anche rispetto al Veneto, l’unica grande regione del Nord gialla.
La percentuale di nuovi casi positivi sul totale dei tamponi effettuati nell’ultima settimana, che si è chiusa ieri, è di 13,96% contro il 18,95% della regione governata dal leghista Zaia. Il rebus dei 21 parametri resta un rompicapo anche per gli statistici che nell’essenzialità dei dati riscontrano la forza dei modelli. In Toscana i ricoverati superano la soglia psicologica dei duemila (ieri 2.008, 63 in più rispetto al giorno prima), di cui 274 in terapia intensiva – 8 in più – con una situazione lievemente migliore rispetto a quella raggiunta durante i giorni di picco nel periodo marzo-aprile scorsi con 297. "Le curve dei casi e dei ricoverati sembrano essere vicine al picco – spiega l’epidemiologo dell’Agenzia regionale di sanità, Fabio Voller – Dovremo aspettare ancora una decina di giorni per osservare le curve appiattirsi e, con le ulteriori restrizioni, avviarsi a una lenta discesa".
Siamo sul plateau dei casi positivi. La settimana si è chiusa con 16.457 casi positivi, contro i 16.304 di quella precedente (2-8 novembre) e una crescita di nuovi casi di 1,01. Rispetto al raddoppio delle settimane precedenti una frenata nella crescita che fa ben sperare, anche se resta da esplorare se l’effetto sia causato da una diminuzione della diffusione del virus o della capacità massima di intercettare nuovi positivi con i tamponi (anche ieri 18.737 ). In questo secondo caso vedremo aumentare la pressione sugli ospedali per un periodo ancora più lungo, col rischio di tenuta, sino a quando non avranno effetto le attuali restrizioni. Per l’8 dicembre dovrebbe essere pronta la struttura Creaf di Prato con 191 letti (non 500) che permetterà di liberare posti in ospedale.
Ma quali dati compongono il calcolo dei 21 indicatori in base ai quali le Regioni vengono promosse o retrocesse? Gli indicatori valutano il livello di rischio per 4 principali ambiti: probabilità di diffusione, impatto sul sistema sanitario, capacità di risposta territoriale e indice Rt. "Nel report della settimana dal 2 all’8 novembre siamo passati in rosso per un rischio alto per probabilità di diffusione: aumento dei casi e dei focolai – spiega Voller – Rischio alto per la valutazione dell’impatto: 48% di occupazione delle terapie intensive (soglia al 30%) e 39% di posti in area medica (soglia al 40%), la presenza di 2 allerte rispetto alla valutazione della resilienza territoriale e uno scenario 4 (il più alto) per l’Rt: limite inferiore pari a 1.72, con valore puntuale di 1.8, il più alto d’Italia".