STEFANO BROGIONI, INVIATO
Cronaca

Inchiesta Liguria, i pm: sistema corrotto. "Mazzette, regali e voti per ottenere i lavori. L’ombra della mafia"

Nelle 650 pagine dell’ordinanza, gli intrecci di potere tra i 25 indagati. "Il capo di gabinetto del governatore ha agevolato anche Cosa Nostra". Appalti e concessioni nel mirino della Finanza. Sequestrati 570mila euro

Genova, 8 maggio 2024 – Favori, soldi, voti, donne. Bella vita: barca e caviale, anche come parole in codice per l’invito alla mazzetta. E pure l’accusa maleodorante di aver stretto patti elettorali con la mafia. Nell’inchiesta che decapita la Liguria c’è di tutto. In 650 pagine fitte di retroscena e intercettazioni, la politica più alta della regione si trasforma in un ricettacolo di malaffare. E il governatore, il giornalista Giovanni Toti, eletto per la prima volta nel 2015 e confermato nel 2020 a capo di una lista di centro, c’è dentro. Per lui, principe dei 25 indagati, la gip Paola Faggioni ha recepito le richieste dei pm dello scorso dicembre e disposto gli arresti domiciliari, con l’accusa di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Stessa ipotesi di reato, ma misura cautelare più pesante – il carcere – per Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’autorità di Sistema portuale del mar ligure occidentale, oggi ad di Iren, berlusconiano innamorato della viziosa Montecarlo.

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti (Ansa)
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti (Ansa)

Tra gli indagati c’è pure il capo di gabinetto della regione Matteo Cozzani, che ieri mattina oltre ad aver appreso di essere accusato di corruzione elettorale aggravata dal fine di agevolare Cosa Nostra, si è trasformato nella miccia che ha innescato l’inchiesta, nata da una concessione per uno stabilimento balneare alle Cinque Terre. Cozzani, indagato in entrambi i filoni, è ora ai domiciliari. Ma se Toti e Signorini sarebbero i corrotti, nell’indagine della Guardia di finanza guidata dal procuratore capo Nicola Piacente, dall’altra parte ci sono anche i presunti corruttori. Molto noti: l’ex presidente del Genoa e del Livorno calcio, Aldo Spinelli (finito ai domiciliari) e il figlio Roberto (interdetto dall’esercizio dell’attività imprenditoriale) avrebbero cercato di ungere sia Toti che Signorini per i propri interessi.

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Anche Francesco Moncada, membro del cda di Esselunga e marito di Marina Caprotti, è stato interdetto dal giudice. Secondo le indagini della Dda ligure, avrebbe avuto interesse a velocizzare le pratiche per l’apertura di due nuovi punti vendita. Per questo avrebbe "offerto" i propri spazi pubblicitari sui banner già pagati agli spot elettorali di Toti alle Comunali del 2022. Contestualmente alle perquisizioni, sono stati sequestrati beni per un totale di 570mila euro a carico di Signorini e di Aldo e Roberto Spinelli, "ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati", dice la procura.

Le tangenti al porto. Gli Spinelli avrebbero sostenuto la campagna elettorale di Toti con finanziamenti per 74mila euro: soldi pagati al comitato Giovanni Toti l’8 e il 9 dicembre 2021 (40mila euro), il 25 maggio e l’8 settembre 2022 (15mila) e 4.100 in occasione della cena elettorale del 10 marzo 2023. In cambio, gli Spinelli volevano "trovare una soluzione" per trasformare in privata la spiaggia libera del loro residence di Punta dell’Olmo, sbloccare una pratica edilizia pendente in Regione del medesimo complesso, snellire l’approvazione della concessione del ’Terminal Rinfuse Genova srl’ al porto, ottenere gli spazi portuali ex carbonile Itar e Carbonile Levante, avere l’assegnazione di un’area demaniale in uso a Società autostrade, procedere al tombamento di una Calata.

I lussi di Montecarlo. Oltre alla Regione, anche l’Autorità portuale guidata da Signorini poteva risultare utile agli interessi degli Spinelli. Per questo Signorini avrebbe ottenuto dall’imprenditore benefit a cinque stelle. Serate esclusivissime a Montecarlo, al casinò o alla finale del Master di tennis, borse di Chanel per un’amica, un bracciale di Cartier per un’altra, un viaggio a Las Vegas pagato direttamente con le carte di credito di Spinelli. Signorini avrebbe ottenuto anche un incarico per il futuro, con la promessa di essere

pagato 300mila euro.

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Ma il presidente dell’autorità portuale sarebbe stato foraggiato pure da un altro imprenditore, Mauro Vianello (anch’egli raggiunto dall’interdizione dall’attività imprenditoriale), il quale avrebbe messo a disposizione una Mini Cooper per il rientro da Montecarlo, il pagamento del banchetto nuziale della figlia (un conto da 6.600 euro), un appartamento per le vacanze in agosto della moglie e della figlia di Signorini, un Apple Watch da 439 euro, anch’esso per un’amica di Signorini.

I voti del clan. Il capo di gabinetto Cozzani è stato il coordinatore della campagna elettorale di Toti alle Regionali 2020. Alla vigilia delle elezioni, avrebbe promesso posti di lavoro e case popolari agli almeno 400 ’riesini’, comunità siciliana stabilita a Genova nell’orbita del clan Cammarata del mandamento di Riesi. Un terremoto, insomma.