EMANUELE BALDI
Cronaca

La magia del Tour de France. L’emozione tinge Firenze di giallo: "Che spettacolo"

L’affollata attesa della spettacolare scalata/sfilata dei 176 ciclisti al Piazzale. Tra bandiere di mezza Europa, applausi, foto e un contagioso entusiasmo

Firenze, 28 giugno 2024 - Il sole bacia in lungo e in largo il piazzale Michelangelo, terrazza chic di Firenze, dove impazziscono d’emozione preventiva grandi e piccini – eh già, perdonateci la frase fatta, ma la magia delle biciclette è quella di far sgranare gli occhi di meraviglia i ragazzini come gli anziani che si appostano con macchine fotografiche non proprio uscite dal negozio ieri l’altro... – in attesa della spettacolare scalata/sfilata degli atleti del Tour de France.

La partenza della corsa di ciclismo più celebre al mondo in riva all’Arno richiama un battaglione di aficionados delle due ruote da ogni spigolo della Toscana. Ma a battere le mani e a sventolare ora la bandiera danese, ora la francese, ora la belga sono anche i tanti turisti che già hanno invaso il capoluogo toscano. "Fantastic, fantastic", dice quasi in estasi una giovane appollaiata su una transenna lungo il viale dei colli. In una città a tinte gialle dove perfino i fiorentini – e questa è sì è una notizia – rinunciano a imbronciarsi per i divieti sosta e le deviazioni del traffico, i 176 ciclisti che si sfideranno ufficialmente solo da domani ricambiano con sorrisi gli applausi di tutti.

l colpo d’occhio sulla città dal Piazzale Michelangelo all’arrivo degli atleti (foto Marco Mori /New Press Photo)
l colpo d’occhio sulla città dal Piazzale Michelangelo all’arrivo degli atleti (foto Marco Mori /New Press Photo)

"Mamma mia, che spettacolo che è qui" si lascia andare stupefatto il campione Mark Cavendish salito sul palco del Piazzale, alla vigilia del Tour in cui punta alla vittoria di tappa numero 35 utile a battere il record, fin qui solo eguagliato, del ‘cannibale’ Eddy Merckx, per gli addetti ai lavori il più grande di tutti i tempi in sella. Ma Firenze è la patria del ciclista forse più amato di sempre, assieme al rivale amico Fausto Coppi, e cioè Gino ’Ginettaccio’ Bartali. Da qui la natìa Ponte a Ema, frazione alle porte della città, non si scorge ma la presenza dell’uomo giusto tra le Nazioni, cresciuto a polveri, muscoli e sudore in un’Italia che nessuno qui sa neanche immaginare, aleggia come un angelo senza ali ma con i pedali.

Avrebbe di certo gonfiato il petto il pur burbero Bartali, per il quale ’il bene si fa ma un si dice’, vedendo gli atleti scalare, una volta partiti da Palazzo Vecchio, le dolci curve sotto il piazzale. Gli otto bus navetta di Autolinee Toscane – l’azienda del trasporto locale che proprio in Francia ha la sua casa madre (gruppo Ratp) – fanno spola senza sosta dai lungarni alla terrazza fiorentina e scaricano sciami di appassionati. "Dai nonna, tra poco arrivano..." sorride un ragazzo a un’anziana signora, più emozionata di lui, che si sventola con il cappello e guarda giù, lungo l’Arno quelli che sono ancora solo dei puntini colorati. Faranno in tutto tre chilometri scarsi più della metà in salita, per atleti simili grossomodo lo sforzo che un normale cristiano fa per allacciarsi una scarpa.

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Ma da domani si fa sul serio. Le 22 squadre e i 176 corridori che, da sabato, battaglieranno per ventuno tappe e la bellezza di 3.492 chilometri e 21 tappe. Partenza dal Parco delle Cascine per la tappa dedicata appunto a Gino Bartali e Gastone Nencini - arrivo a Nizza, passando da Rimini, dalla Cesenatico di Marco Pantani, da Bologna. E dalle terre piemontesi di Fausto Coppi con arrivo a Torino, per quella che è prima volta del Grand Depart in Italia.

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"Finalmente il Tour ha riparato a un errore, non essere mai partito dall’Italia" le parole di un entusiasta Christian Prudhomme, direttore della corsa, secondo cui la Grand Départ da Firenze "è il modo di rendere onore a grandi campioni che hanno reso grande il ciclismo e il Tour". Raggiante il governatore Eugenio Giani: "Il Tour è una grande vetrina per tutta la Toscana" ed "è motivo di grande gioia per la città che può legittimamente rivendicare la prima gara in linea della storia, la Firenze-Pistoia del 1870". Nella cerimonia, trasmessa in diretta mondiale, tanta musica disco e, per i locali, perfino un omaggio lampo a Pupo con la sua indimenticabile. Firenze Santa Maria Novella.