LUIGI CAROPPO
Cronaca

Tpl, inchiesta sulla maxi gara. Ecco come è nato il 'dossier dei sospetti'

Tre consiglieri comunali del centrodestra a Prato e il senatore La Pietra accesero i riflettori sul bando. Rossi: "Ora provano a fermarci col penale"

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Firenze, 30 maggio 2020 - Tre consiglieri comunali pratesi con la 'fissa' della trasparenza. Daniele Spada, già sfidante del sindaco Biffoni, Tommaso Cocci e Marco Curcio. Accendono i riflettori sul Trasporto pubblico locale, annosa vicenda toscana che ha portato all’aggiudicazione ad Autolinee Toscane (i francesi di Ratp, quelli che gestiscono la tramvia di Firenze). Scartabellano, cercano, annusano. Atti, delibere, composizioni di società tramite le registrazioni alla Camera di commercio. Ne viene fuori un dossier, su interrogativi e dubbi. Sono tre cani ’sciolti’, dentro il centrodestra certo, ma senza dover dire grazie a nessuno. A pochi chilometri da Prato, si ripensa a quella gara che ha visto uscire sconfitte tante società di trasporto locale, storiche come la Copit di Pistoia e la Cap di Prato, appunto. C'è un senatore di Fratelli d'Italia che prende di punta la questione , si chiama Patrizio La Pietra tanto che va a Palazzo Madama sventolando il tricolore in difesa delle ditte italiane scippate dai francesi “sotto la regia della Regione Toscana“. 

Sull'asse Prato-Pistoia sono stati, seppur distinti, i tre consiglieri comunali e il senatore del ’prima gli italiani’ ad accendere i riflettori, come riportato nel gennaio scorso dalla Nazione, sul caso Tpl. Ora esultano pensando che i loro dubbi sono stati in qualche modo ascoltati. «E’ opportuno che ogni procedura di assegnazione sia sospesa in attesa degli esiti e dei chiarimenti dell’inchiesta. È un atto dovuto da parte della Giunta regionale per rispetto di tutti i cittadini toscani, ma soprattutto delle aziende e dei lavoratori» sottolinea il senatore. «La notizia della presenza della Guardia di Finanza negli uffici di Autolinee Toscane non è una sorpresa per me».

E i tre consiglieri pratesi: «Siamo stati i primi in Toscana a dichiarare a mezzo stampa che la composizione della Commissione di gara, che ha decretato la vittoria dei francesi, poteva far apparire la Regione come un soggetto non imparziale. Adesso Rossi continuerà a minacciare querele? Lo chiedemmo qualche mese fa, adesso è un atto dovuto: si deve congelare la gara ed aspettare gli esiti magistratura».

E il governatore Rossi? Chi gli è stato vicino ieri parla di un presidente più preoccupato dei lombardi che possono scendere troppo presto nelle seconde case in Versilia e all’Elba che dalle inchieste (oltre a Tpl anche su Estar). «Proveranno col penale a fermarci, ma finirà come la battaglia amministrativa», ha sussurrato.

Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia covavano da tempo la speranza e confidavano che i sospetti, i dubbi, gli interrogativi sulla maxi gara, unica del suo genere in Italia, vinta dai francesi, diventassero atti della magistratura. Così è stato. E il centrodestra parte di gran carriera e va all’assalto di giunta regionale e Pd, Pd e giunta regionale: «un intreccio di interessi», secondo i partiti della coalizione, che «si sono manifestati anche nella dinamica che ha portato alla vittoria Ratp». Il Pd sembra in un angolo. Forse solo apparenza. Nessuno apre bocca del partito e del gruppo regionale, se non su richiesta. E’ la proverbiale alterigia dem che tanti danni ha fatto anche al partito? O anche il definitivo ’smarcamento’ da Rossi e giunta, ormai a mandato definitivamente chiuso se non fosse per l’emergenza post Covid?

L’assessore alle Infrastrutture Vincenzo Ceccarelli: «La Finanza si è rivolta alla Regione per acquisire la documentazione sugli atti di gara, ricevendo il massimo della collaborazione. Confermiamo la massima fiducia nella correttezza dell'operato dei funzionari dei nostri uffici e siamo certi che anche questo procedimento lo dimostrerà». E ancora: «Convinti che tutto sia stato fatto in modo regolare, andiamo avanti con l'unico obiettivo di fare l'interesse dei cittadini che hanno il diritto ad avere un servizio rinnovato e di qualità». Tanto che fra pochi giorni ci sarà l'affidamento definitivo ad Autolinee Toscane. Leonardo Marras, capogruppo Pd in consiglio regionale, taglia corto: «Non ci sono elementi per commentare».

Poi incalzato: «Piena fiducia nel lavoro della magistratura, la Regione ha sempre avuto massima trasparenza in tutti i passaggi degli atti amministrativi. È una vicenda che è stata scandagliata dai tribunali amministrativi per anni, e credo che ci sia grande serenità in chi ha seguito dal punto di vista istituzionale tutta questa operazione che è stata gigantesca».

E  ricorda: «Noi non abbiamo mai nascosto che facevamo il tifo per le aziende toscane, ma a vincere sono stati gli altri». E tira fuori l’orgoglio dem: «Singolare che si punti il dito sul Pd come fa da sciacallo Donzelli». Il Giovanni 'sempre in azione', deputato di Fratelli d’Italia ed ex consigliere regionale ha ritirato fuori un video in cui denunciava «gli intrecci tra Pd, Regione di Rossi e francesi». E non ha mancato di fare qualche risata quando ha saputo dell’inchiesta. «O vediamo come va a finire ora» ha detto ai suoi puntando il dito sulla zona grigia di rapporti tra istituzioni, partiti e affari.

Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d'Italia, in consiglio regionale annuncia: "Farò' un question time in Consiglio regionale per capire se, alla luce dell'inchiesta della Procura di Firenze, l'assessore Ceccarelli intenda applicare una sospensiva all'assegnazione della gara unica del trasporto pubblico locale". Forza Italia con il capogruppo regionale Maurizio Marchetti e il deputato Stefano Mugnai, coordinatore regionale azzurro, vanno giù duro: «Nata male e gestita peggio, la gara europea per l’affidamento del tpl continua a mostrare profili di dubitabilità. Rossi venga in consiglio a spiegare». E Jacopo Alberti, consigliere regionale leghista portavoce dell’opposizione in Regione: «E’ evidente ormai che la gara del Tpl in Toscana è tutta da rifare». La candidata dei 5 Stelle alla Regione Irene Galletti entra a gamba tesa: «Un’ indagine sconvolgente per le sue dimensioni, un potenziale terremoto».

 

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