IRENE CARLOTTA CICORA
Cronaca

Tra musica e surrealismo c’è Sardelli: "Tutti noi siamo soggetti infiniti"

“Del ver l’infingimento“, l’ultima creatura del genio livornese da oggi in mostra in Lunigiana

Tra musica e surrealismo c’è Sardelli: "Tutti noi siamo soggetti infiniti"

Tra musica e surrealismo c’è Sardelli: "Tutti noi siamo soggetti infiniti"

BAGNONE (Massa Carrara)

"Ci sono artisti che passano la vita a sviscerare un argomento, un tema, un oggetto fino a identificare il proprio stile con esso. Diventa un modo per affermarsi e rendersi riconoscibili. Io credo invece che i soggetti siano infiniti. La mia mano stessa può esserlo, o le nervature di una foglia di alloro caduta a terra, una testa di cinghiale come un volto umano con una particolare espressione degli occhi, un uovo, un paesaggio o una città bella come Venezia. Ogni scorcio è un ritratto: un carattere". Federico Maria Sardelli, direttore d’orchestra e umorista oltre che pittore e scrittore, massimo esperto dell’opera di Vivaldi, oggi alla Libreria antiquaria Mazzei nel pittoresco paese di Bagnone in Lunigiana, in provincia di Massa Carrara, alzerà il sipario su una mostra che punta a indagare il vero nei suoi infiniti mondi e sottomondi.

Si intitola “Del ver l’infingimento“ e dopo il vernissage di questo pomeriggio alle 16, alla presenza del’artista e del critico Davide Pugnana, resterà visibile fino al 31 agosto (orario: da lunedì a sabato 10.30-13 e 16.30-19, domenica 10.30-13). I legami con Vivaldi sono ben connotati proprio dalla scelta del titolo della mostra contenente 20 opere di recente genesi, in un mix trasversale di soggetti. L’uovo fluttuante che campeggia nel dettaglio sulla locandina è tratto da “Excelsius super omnes” (2024, olio su cartone telato), che prende il titolo dall’omonimo larghetto del salmo di Antonio Vivaldi “Laudate pueri Dominum”, RV 601. Insomma, un viaggio nei mondi che è capace di schiudere la realtà, che tutti li crea e tutti li contiene. Nel più complesso atto creativo di surrealismo possibile.

"In questo piccolo grande viaggio c’è una dichiarazione d’amore per il vero, per la realtà e tutte le cose reali – spiega il Maestro livornese, il cui Autoritratto 38 è stato acquisito nel novembre scorso dalle Gallerie degli Uffizi e inserito nella collezione permanente fiorentina – Le quali cose reali, in base al modo in cui sono interpretate e poste, fanno in un attimo a diventare astratte. Insomma, l’astrazione è già nella realtà, non occorre far grandi cose ’contemporanee’. Basta prendere un qualsiasi frammento del reale per scoprire che è già ricco di significati e simboli, mondi e sottomondi". Federico Maria Sardelli si sofferma sul ruolo chiave dell’artista: "C’è la finzione del pittore che guarda il vero e, quindi, è il pittore stesso che si finge realtà, quando guarda la verità fattuale e dipinge – continua il Maestro – In realtà... proprio questa finzione è tutto il massimo dell’astrazione che noi possiamo avere. Si può tentare di librarsi in qualche assurdo volo pindarico, lanciarsi in qualsivoglia ricerca sull’astrattismo o su ipotetici mondi interiori o lontani. Ma io credo che basti prendere qualsiasi frammento del vero e porlo sotto una luce diversa: vedete? Questi mondi ci sono già. Ogni volta che dipingo un animale, gufo o cinghiale che sia, mi fingo chissà quale universo ci sia dietro. E lo stesso vale per ponti e sotoporteghi di Venezia, per dire. E in ogni viaggio ed esperienza, accumulo nuovo materiale negli occhi".

Il legame con la Lunigiana è forte e legato a doppio filo alla vita del padre Marc, anch’egli pittore di calibro, che tra gli anni ’70 e ’80 ha avuto modo di fare nei borghi apuani molte mostre. Lo scorso anno, sempre la Libreria antiquaria Mazzei, ha ospitato la mostra di Federico Maria Sardelli “Oltre il reale“, dunque nel solco delle medesime tematiche care all’artista e alla sua indagine del vero.