Traghetti, domenica 21 luglio lo sciopero dei dipendenti Toremar. I sindacati: “260 posti di lavoro a rischio”

Protesta dei lavoratori della compagnia di navigazione per i collegamenti con le isole dell'Arcipelago toscano. A proclamare l’astensione dal lavoro sono stati i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti

Un traghetto Toremar

Un traghetto Toremar

Livorno, 10 luglio 2024 – Per domenica 21 luglio è stato indetto uno sciopero dei dipendenti di Toremar, la compagnia di navigazione per i collegamenti con le isole dell'Arcipelago toscano. A proclamarlo le segreterie provinciali di Livorno di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti per l'intera giornata lavorativa dei dipendenti Toremar.

Come da normativa, si specifica in una nota, saranno garantiti i servizi minimi essenziali. La protesta è stata decisa perché, spiegano i sindacati in una nota, la «preoccupazione sul futuro dei 260 lavoratori, tra personale navigante e amministrativo è elevata. Il nuovo bando di gara per la continuità territoriale dell'Arcipelago toscano rischia di mettere in pericolo la maggior parte dei 260 posti di lavoro: non possiamo accettarlo. La tensione e la preoccupazione tra i lavoratori è tanta, soprattutto a seguito della decisione di Toremar di non partecipare al bando e di mettere in vendita quattro sue navi. È fondamentale tutelare non solo i posti di lavoro ma anche la loro qualità: le condizioni lavorative previste nel contratto dei dipendenti Toremar sono infatti il frutto di anni di battaglie e sacrifici». Per i sindacati la presentazione «di un bando  'unico’ rappresenterebbe una prima debole, seppur non sufficiente, garanzia di tutela dei livelli occupazionale e della loro qualità. Con lo 'spacchettamento’ del bando si aprirebbe uno scenario ben più critico e da scongiurare: il rischio di precarizzazione dell'occupazione diventerebbe elevato, con tutto ciò che ne conseguirebbe anche in termini di servizi ai cittadini». Lo sciopero del 21 luglio, concludono i sindacati, è «solo un primo passo per chiedere il rispetto dei loro diritti e della loro dignità. In mancanza di risposte concrete seguiranno sicuramente altre giornate mobilitazione: sarà un'estate di proteste»