Arezzo, 6 novembre 2024 – Prima l’accoltellamento di un capotreno a Genova, poi le otto ore di sciopero dei treni indette ieri in tutta Italia, non si fermano le polemiche sul tema della sicurezza nei mezzi pubblici. La chiedono gli utenti e la rivendicano i lavoratori del trasporto pubblico. Ieri intanto alcuni disagi si sono verificati anche sulla tratta aretina in seguito allo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali a livello nazionale. L’astensione dal lavoro iniziata alle 9 di ieri mattina è andata avanti fino alle cinque del pomeriggio coinvolgendo personale viaggiante con una protesta proclamata dalle varie sigle sindacali e svariate modifiche al servizio. L’ultimo episodio di violenza ha riacceso il dibattito e la polemica sul tema della sicurezza anche ad Arezzo. Qui le sigle sindacali unite Cgil, Cisl, Uil e Faisa, chiedono a gran voce «salari adeguati e sicurezza quando si lavora».
Ma «le aggressioni nella Linee extraurbane dei bus di Arezzo, quelle nella linea dei treni Sinalunga-Stia e i fatti di Genova non vanno in questa direzione. Per fortuna nella nostra provincia le aggressioni che in passato si sono verificate a un paio di capotreno sono state lievi, ma la situazione in alcune corse specialmente serali resta critica». Parola di Luigi Mori di Filt Cgil che parla anche a nome di Cisl, Uil e Faisa. «Qui le situazioni più critiche e che sfuggono al controllo sono le corse serali, sopratutto negli ultimi treni della linea Sinalunga Stia. Per quanto riguarda i bus di Autolinee abbiamo alcuni problemi sia nelle corse extraurbane che in alcuni bus urbani. Abbiamo avvisato l’azienda delle criticità.
In questo momento non si viaggia in sicurezza né su ferro né su gomma anche per mancanza di personale e di agenti delle forze dell’ordine, ogni reparto è in sofferenza». Altro capitolo critico quello dei controllori, molto spesso i più esposti. «Anche i verificatori, i vecchi controllori, sono soggetti a violenze fisiche e verbali - prosegue il sindacalista - chiediamo la presenza dell’istituzione che faccia da collegamento tra azienda, prefetto, questura per interventi tempestivi. Il periodo è buio sia per l’utenza che per i lavoratori».
Tra le richieste oltre alla maggior sicurezza anche l’adeguamento salariale. «Lo stipendio di un autista di bus di linea oscilla tra 1300 e 1400 euro mensili, non si trova personale perchè il lavoro è rischioso e sotto pagato. Non riusciamo a farci rinnovare il contratto nazionale, non abbiamo tutela nè di contratto nè di sicurezza». Obiettivo la creazione di un tavolo tecnico. «L’azienda è stata collaborativa, ma non abbiamo avuto risposta dalla prefettura. Il prefetto è cambiato speriamo in una maggiore sensibilità».