Claudio Capanni
Cronaca

Treni, incubo Santa Maria Novella. Firenze sempre a rischio, la soluzione sarà la Tav ma servono ancora 4 anni

Il governatore Giani esalta i benefici dei 200 convogli regionali in più con il tunnel attivo. Mazzetti (FI): "Sbagliato puntare su una sola stazione"

Caos e ritardi alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 22 luglio 2024 – Due giorni di caos, decine di treni cancellati, ritardi fino a 200 minuti sulla linea dell’Alta Velocità. E l’Italia spezzata in due con una delle sue vertebre più importanti incrinate: la stazione fiorentina di Santa Maria Novella reduce da 48 ore di fuoco, quelle di venerdì e sabato, quando un guasto alla linea elettrica prima e la presenza di persone sui binari poi, ha mandato in tilt la circolazione paralizzando un Paese intero. Ma come evitare un bis da incubo? La soluzione potrebbe arrivare col passante dell’Alta Velocità in costruzione in questo momento nella pancia di Firenze: un doppio tunnel lungo quasi 7 chilometri che consentirà il sottoattraversamento della città da parte delle linee dell’Alta Velocità. A spiegarne i benefici è il governatore della Toscana, Eugenio Giani.

"La vicenda di questi giorni – commenta – mostra quanto sia importante. Se l’Av si troverà ad avere un percorso isolato rispetto ai binari esistenti, si potrebbero avere due canali alternativi nei momenti di massima pressione".

L’effetto : qualsiasi problema sulla linea di superficie non riguarderà quella interrata. E viceversa. Ma per vedere l’alba mancano ancora 4 anni. La prima maxi-fresa in funzione, battezzata Iris, ha finora scavato con una media di meno di 10 metri al giorno, quasi un chilometro e mezzo del primo tunnel che arriverà a un massimo di 25 metri di profondità. Entro novembre entrerà in funzione la fresa-gemella che scaverà il tunnel parallelo rendendo il sottosuolo di Firenze attraversabile sia in direzione Milano che verso Roma. "A quel punto la stazione di Firenze sarà destinata al traffico dei treni regionali, mentre l’Alta Velocità infilerà nella nuova stazione Belfiore, collegata alla ’vecchia’ con un people mover. "Così un grande quantità di viaggiatori sarà deviata su due stazioni: ambedue avrebbero uno sbocco diverso ’rompendo’ un flusso unico". Il ragionamento vive, per ora, nei numeri: in superficie al traffico regionale oggi sono dedicati 414 treni al giorno, tutti diretti a Firenze. Con l’arrivo della stazione Belfiore il numero salirà a 616 nella Santa Maria Novella ’liberata’ dall’Alta Velocità. "Si tratta di oltre 200 treni in più al giorno dedicati ai pendolari".

L’unico problema sono i tempi. Tanto che sul caso tuona Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia. "Il caos di questi giorni – attacca – è frutto di scelte politiche errate: Santa Maria Novella non può reggere tutto il carico ferroviario, tra Alta velocità e regionali, che sono un travaglio quotidiano per decine di migliaia di toscani, va in tilt con il conseguente blocco". La soluzione: "Recuperare tutti i progetti per diluire il carico su Firenze, con una pianificazione, ragionando nell’ottica di vero capoluogo, con una stazione centrale ma anche altre diffuse. La Tav è un’opera importante ma sarebbe sbagliato puntare tutto su una sola grande opera".