Firenze, 31 gennaio 2024 – Non in tutti i casi di disforia di genere pediatrici trattati all'ospedale Careggi di Firenze sarebbe stato effettuato il percorso preliminare indicato di psicoterapia prima della somministrazione del farmaco triptorelina. Questo è quanto emerso dai primi dati relativi all'audit effettuato dal team di esperti del ministero della Salute nell’ospedale fiorentino. E questo è il motivo per il quale il farmaco utilizzato nei bambini e giovani con disforia di genere è al centro del dibattito tra diverse società scientifiche.
Cosa è la disforia di genere
Intanto vediamo cosa è la disforia di genere. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità è “una condizione caratterizzata da una intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso". Un senso di forte disagio, quindi, che le persone provano quando non si riconoscono nell’identità biologica femminile o maschile assegnata loro alla nascita, scegliendo di intraprendere quindi un percorso di transizione (oggi si parla più di affermazione) all’altro sesso.
Cos’è e a cosa serve il farmaco triptorelina
La triptorelina è un farmaco utilizzato per la sospensione dello sviluppo puberale in casi di pubertà precoce. È indicata limitatamente alle bambine di età inferiore agli 8 anni e ai bambini inferiori di 10 anni (prescrizione a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), su diagnosi e piano terapeutico di strutture specialistiche, come da nota AIFA 51). L’impiego negli adolescenti con disforia di genere, per bloccare una “pubertà fisiologica”, è considerato off label, cioè al di fuori delle indicazioni specifiche del farmaco. Con la determina n. 21756/2019, infatti, l’AIFA ha inserito la triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del SSN, ai sensi della legge 648/96, per l’impiego in casi selezionati di disforia di genere, con diagnosi confermata da un’ équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva.
Le società scientifiche: “È un salva-vita”
"La triptorelina, un bloccante transitorio e reversibile della pubertà, è un farmaco salva-vita nei giovanissimi transgender e gender diverse, prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi”. Così hanno affermato in una nota congiunta 12 società scientifiche.
"Adolescenti transgender e gender diverse (Tgd) hanno un'identità di genere non conforme al sesso assegnato alla nascita. Le persone adolescenti Tgs possono provare una intensa sofferenza causa della loro incongruenza di genere, sia psicologica che fisica - spiegano gli esperti - Per ridurre un disagio psicologico e fisico, oltre a guadagnare tempo e dare la possibilità all'adolescente stesso di esplorare ulteriormente il proprio percorso di affermazione di genere, è stato proposto da alcuni anni l'uso di farmaci come gli analoghi del GnRH (GnRHa) che hanno lo scopo di sospendere temporaneamente la progressione delle modificazioni puberali e sono impiegati da molto tempo nella terapia della pubertà precoce.
"La prescrizione del GnRHa, triptorelina, avviene secondo quanto già previsto dalla Determina AIFA n. 21756/2019 del 25 febbraio 2019 che prevede che la prescrizione avvenga solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, con il contributo di una équipe multidisciplinare e specialistica, composta da neuropsichiatri dell'infanzia e dell'adolescenza, psicologi dell'età evolutiva, bioeticisti ed endocrinologici”.