"Troppi casi di violenza". L’ateneo di Siena apre un centro per studenti

Il rettore Di Pietra scrive a tutti: "Grave episodio in una nostra residenza". L’Azienda per il diritto allo studio è "sorpresa, perché i controlli ci sono". L’Ateneo frena le polemiche: "Solo una riflessione aperta e pubblica".

"Troppi casi di violenza". L’ateneo di Siena apre  un centro per studenti

Il rettore dell’Università di Siena Roberto Di Pietra ha voluto richiamare l’attenzione sui recenti episodi di violenza sessuale che hanno coinvolto studenti

di Laura Valdesi

"A fronte di episodi che risultano già noti alle autorità competenti, in cui sono coinvolti membri della comunità studentesca, e che sono emersi di recente nell’ambito della collaborazione con il Centro antiviolenza di Siena, il rettore si è fatto portavoce della volontà di tutta la comunità accademica senese nello stimolare una riflessione aperta e pubblica sul tema della violenza di genere. Un fenomeno che è presente anche nella realtà del territorio e che potrà essere sconfitto solo puntando sulla crescita culturale dell’intera società. Con questo obiettivo il rettore ha rivolto martedì 8 ottobre un messaggio alla comunità che fa parte dell’Università di Siena". Così l’Ateneo chiarisce, gettando acqua sul fuoco delle polemiche, il senso di una mail inviata a docenti, studenti e personale amministrativo, scritta dal Magnifico Roberto Di Pietra. Oggetto: ’Recenti episodi di violenza di genere’. Nell’incipit delle 25 righe si comunica che "in questi giorni siamo stati informati di un grave episodio di violenza sessuale avvenuto in una delle residenze universitarie della nostra città e che ha coinvolto persone della nostra comunità". Mail che intendeva far riflettere, non tanto denunciare. Insistendo nella lotta alla discriminazione e, appunto, agli abusi perché, nonostante i passi avanti compiuti, il fenomeno risulta ben presente.

Si è scatenata la caccia alla residenza universitaria dove sarebbe accaduta la violenza e ai suoi protagonisti con il Dsu sorpreso del contenuto dell’annuncio che in breve ha fatto il giro della città. Si è arrivati persino a mettere in dubbio che fossero avvenuti fatti che rientrano nei reati del ’Codice rosso’. La mail del rettore accennava "ad un grave episodio di violenza sessuale". Neppure una parola in più sugli eventi oggetto, si scopre poi, di un processo che si celebra a porte chiuse. La prima udienza c’è già stata dopo il rinvio a giudizio di un giovane avvenuto prima dell’estate. Episodio che risale a diverso tempo fa, visto che è giunto al dibattimento. E che rientra, appunto, nei reati del ’Codice rosso’ dove le sfumature delle eventuali responsabilità sono molte. A dare una ’spinta’ all’invio della comunicazione al mondo universitario a 360 gradi è stato probabilmente un altro elemento. La delegata del rettore per le politiche di inclusione ed equità, Alessandra Viviani chiarito anch’essa che il senso della mail era insistere nella lotta alla discriminazione, aggiunge "che qualche giorno fa c’è stato un nuovo episodio nel quale sarebbe coinvolto uno studente ma non accaduto all’interno di una residenza. Sono in corso accertamenti, non so altro, posso solo ribadire la doverosa presunzione di innocenza".

"Dispiace che una notizia così delicata e priva di fondamento sia stata diramata senza che vi sia stata la preventiva consultazione del livello istituzionale aziendale che avrebbe potuto portare chiarezza considerato lo spirito di collaborazione che ci dovrebbe essere fra Dsu Toscana e Università", è intervenuta ieri l’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario sulla "lettera di condanna di un episodio di violenza sessuale in una residenza cittadina diffusa dal rettore". Il Dsu ribadisce "di non essere mai venuto a conoscenza di un fatto del genere e di non aver mai ricevuto denunce e segnalazioni di questo tipo da parte degli alloggiati" evidenziando che la notizia "ha colto di sorpresa soprattutto il personale che opera nelle residenze proprio perché in esse è attivo un presidio e un controllo costante per assicurare massima sicurezza e vivibilità".

"Ribadisco, questa mail intendeva porre l’attenzione sull’esigenza, da parte dell’Università, di formare e informare. Il tema non è il caso, o i casi. E’ semmai che ci sono ancora molte, troppe persone che non capiscono quando un ’no’ è un ’no’. Lo scopo – osserva il rettore Roberto Di Pietra – non era denunciare.Ci sono le autorità preposte a ricevere le querele. Volevamo semplicemente riaccendere l’attenzione sul fenomeno anche in vista dell’inizio del nuovo anno accademico e del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne". Annuncia poi che a breve, all’interno dell’Ateneo senese, verrà aperto uno sportello del Centro antiviolenza di Siena.