
Firenze, 12 agosto 2021 - E’ accusata di truffa aggravata allo Stato per un mutuo agevolato di 74000 euro ottenuto 10 anni fa da Mediocredito Centrale per la sua ‘Golden Time Communication’ (comunicazione e pubblicità) e poi di ’Amorino srl’ di Scandicci da lei costituita e amministrata dopo il fallimento di Golden. Non avrebbe restituito neanche una delle 60 rate mensili previste (4 gennaio 2012-4 dicembre 2016) e avrebbe ideato una serie di operazioni "per sottrarsi al pagamento della somma poi dovuta all’Agenzia delle Entrate". Patrizia Begnoni, 56 anni, avrebbe ’schermato’ il 66% della proprietà delle quote con un falso contratto di compravendita stipulato con un socio albanese in ‘Amorino srl’, da cui prende nome il ristorante a Scandicci. Un modo per risultare "priva di cespiti aggredibili", cioè inadempiente, scrive il giudice Angelo Pezzuti nel decreto di sequestro per equivalente firmato a carico di Begnoni, finalizzato alla confisca del "profitto del reato": 51.706 euro recuperati su conti, beni immobili e mobili registrati". Decreto chiesto dal pm Ornella Galeotti dopo accertamenti patrimoniali e interrogatori da parte dei carabinieri del nucleo investigativo, esecutori del sequestro. Indagini partite paradossalmente dalla donna. Settembre 2020: denuncia i soci albanesi per tentata estorsione. Dice che l’avrebbero minacciata per prendere il controllo pieno di Srl ’Amorino’. E del ristorante. Gli investigatori incrociano la denuncia con l’esposto-querela (stesso periodo) di A.K. socio albanese di Begnoni, in Tribunale a Prato. "Il passaggio di quote? Un’idea di lei; non poteva essere intestataria di beni per problemi con l’Entrate. La risoluzione del contratto di vendita nel 2018? L’ha decisa e conclusa da sola per recuperare le quote". Per l’accusa, un contratto simulato; un escamotage della donna (con tanto di bonifici e firma di A.K. apposta al posto suo) "per sottrarsi al pagamento della somma". Per questo Begnoni è indagata anche per calunnia. La ’operazione’ è peraltro partita da un’epoca più lontana; dalla cessione (2012) "a un altro soggetto di Prato, pluripregiudicato per reati finanziari" delle quote della Golden poi messa in liquidazione e dopo alcuni mesi dichiarata fallita. Nel 2016 – rilevate le quote della ‘Amorino’ – le avrebbe trasferite al socio albanese da lei denunciato nel 2020, due anni dopo il ritrasferimento delle quote, allo scopo di aggirare la cartella esattoriale.