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Truffe ai turisti, ecco quelle più diffuse in città

Per il raggiro delle ‘stampe a olio’, un gruppo di turisti giapponesi è stato minacciato e inseguito. Alla fine ha dovuto sborsare 300 euro

Falsi mimi a Firenze

Firenze, 11 gennaio 2020 - Appena un anno fa l’immagine di Firenze, associata al suo lato oscuro, quello dell’illegalità, aveva fatto il giro del mondo. Attraverso il vlogger, Harald Baldr, superstar del web, che raccontando i viaggi e le capitali internazionali, in visita alla nostra città nell’ambito di un suo tour italiano, si è imbattuto in un turista che era stato appena raggirato. Ha quindi acceso la telecamera e filmato gli ambulanti, che si sono infastiditi e acceso uno scontro. Il famoso vlogger aveva puntato infatti i riflettori sulla truffa delle cosiddette ‘stampe a olio’. Ora però ad occuparsi delle truffe a Firenze a danno dei turisti, in pieno centro, ci ha pensato anche Striscia la Notizia. Ma non c’è purtroppo sole quella ‘dei poster’ di situazioni ingannevole e truffaldina, pensata per distrarre i malcapitati e derubarli, nei modi più diversi. Ecco l’elenco dei 6 tipi di truffe più comuni a Firenze, e a cui prestare la massima attenzione.

1. La truffa dei poster o delle ‘stampe a olio’. È l’ultima frontiera dell’abusivismo, ovvero  quei fogli che gli ambulanti stendono a terra facendo finta di venderli. Ma che in realtà mettono apposta in punti strategici, per fare in modo che i turisti li calpestino. Quando ciò non avviene, sono loro stessi a macchiarli con la scarpa: il passo successivo è incolpare gli ignari  malcapitati, tutti presi e ‘distratti’ dalle bellezze della città, e a chiedere loro un cospicuo risarcimento danni. Arrivando anche a minacciarli fisicamente pur di ottenere i  soldoni “quanto gli spetta”. Le richieste vanno da 25 a 300 euro.

2. Le zingare travestite da mimi: ce ne sono diverse in città e spesso fanno la spola tra piazza della Signoria e piazza della Repubblica. Girano vestite di bianco con il volto completamente gessato, si avvicinano a bambini e famiglie e tra una carezza e un sorriso cercano di portare via il portafogli, pur tentando di abbozzare una sorta di spettacolino senza averne le capacità e una ancor minore presenza scenica. Camminano spesso in coppia, si fingono clown e cercano di intrattenere i più piccoli. Ti stringono la mano e poi ti chiedono qualche spicciolo per ricambiare la ‘simpatia’.

3. La truffa ‘dell’abbraccio’. Sono ragazzi vestiti di bianco con tanto di cappello, che una volta puntato il malcapitato, si avvicinano, scherzano, sorridono e lo abbracciano, con una forte presa in cui la mano punta però dritta a sfilare il portafogli. I turisti sono spesso contrariati da tale invadenza, se non addirittura impauriti. E spesso l’abbraccio volante finisce per sfilare anche l’orologio.

4. La ‘mossa del foglietto’. È la cosiddetta truffa dei ‘finti sordomuti’ che girano per bar, ma anche locali e ristoranti. Qui lasciano un gadget sul tavolino o solo un semplice biglietto con la richiesta di un piccolo contributo. La «mossa del foglietto» è il nuovo trucco dei borseggiatori: sono diversi infatti i turisti derubati all’interno di locali pubblici, o anche sui tavolini all’esterno dei bar, da finti mendicanti che passando tra i tavoli, poggiano su cellulari e portafogli dei biglietti con sopra la loro richiesta d’aiuto, e al momento del ritiro, approfittando della distrazione del cliente, portano via anche l’oggetto nascosto sotto il foglietto, molto spesso cellulari.

 

5. I 'falsi artisti' stalker: sono spesso zingari, che, mascherandosi da ‘artisti di strada’,  infastidiscono i turisti e alla fine chiedono loro, con la scusa di un selfie o di una fotografia, una sorta di elemosina forzata. Gira vero e proprio racket intorno a queste ragazze procacciatori d’affari, spesso in stato di gravidanza, che mettono in atto un vero e proprio stalking turistico, approfittando di chi si trova in vacanza in una città lontana, dove non conosce la lingua e vive dunque una condizione di debolezza.

 

6. La truffa dei ‘braccialetti della fortuna’.  Prima si avvicinano ai turisti chiedendo l’ora, poi fingono di “regalare” i cosiddetti “braccialetti della fortuna”, infine pretendono soldi. A mettere in atto questo tipo di truffa sono ragazzi africani, che stazionano per tutto il giorno in via Tornabuoni o in piazza Santa Maria Novella. I turisti, presi per l’inganno, trattandosi di un regalo spesso accettano di farseli legare al polso. Poi però scattano le insistenze e le richieste in denaro.

 

A fare un quadro della situazione è la guida turistica Marco V. “Questo tipo di truffe, di cui comunque mettiamo in guardia i turisti, accadono tutti i giorni – spiega - e in pieno centro, soprattutto dove c’è un afflusso turistico maggiore. La truffa delle ‘stampe a olio’ viene messa in atto in in piazza Duomo e in prossimità della Galleria dell’Accademia, zone dove c’è una gran folla, e dunque è più facile far credere di aver inavvertitamente ‘calpestato’ la stampa. Che, come se non bastasse, fanno credere essere pregiata, dipinta ‘ a olio’. Questo tipo di raggiro è cosato molto a un gruppo di turisti giapponesi, da cui è stato preteso con forza del denaro: oltre a essere stati minacciati e seguiti fino all’albergo, impauriti hanno dovuto sborsare 300 euro. Questo tipo di truffa si è molto diffusa da quando le forze dell’ordine tengono ancora più sott’occhio il centro città. Più confische equivalgono a meno poster da vendere, e dunque ricorrono ad ‘espedienti’ di questo tipo per guadagnarsi la giornata. E a farne le spese sono soprattutto i turisti asiatici: giapponesi e cinesi quelli che vengono in assoluto più presi di mira”.

 

Maurizio Costanzo