MICHELE NUCCI
Cronaca

Viaggio nelle vacanze, l’Umbria 'carne e spirito' batte la Toscana

Buon cibo, arte e religione attirano i vip. E i prezzi più bassi richiamano la massa

Assisi, turismo

Perugia, 11 agosto 2019 -  Umbria  come anti-Toscana? Sì, no, forse. E in effetti la popstar Ed Sheeran ha comprato da poco una casa in Umbria e non in Toscana, «perché lì – ha spiegato – è pieno di inglesi». Meglio non incontrarsi anche in vacanza. Sheeran ha scelto la zona del Trasimeno, a Paciano, un borgo di neanche mille abitanti. Una villa storica, «un gioiello» dice lui. «Perché qui c’è storia, cultura e cibo». Ecco cosa piace davvero dell’Umbria: il misticismo carnale di una terra che riesce a sciogliere in un felice abbraccio alcuni elementi apparentemente inconciliabili, come spiritualità e buon cibo. E allora in questa estate hanno scelto di riposarsi tra le colline umbre anche Meryl Streep, Fedez e Chiara Ferragni. Ma da anni ormai vip, star e uomini d’affari vengono qui per il loro buen retiro.

«Certi personaggi cercano soprattutto semplicità, normalità, autenticità – spiega Vincenzo Bianconi, presidente di Federalberghi Umbria –, situazioni che magari si portano dietro delle imperfezioni, è vero, ma che molti amano. Se tutto ciò aiuta il turismo di massa? Beh, di certo ha un impatto positivo, perchè la gente dice: lì è andato un vip e allora ci vado anch’io. Ma bisogna conservare lo spirito autentico che ci caratterizza, non diventare come la Toscana, dove la qualità in alcuni casi si è persa». Di certo il turismo in Umbria è in ripresa: produce quasi il 5% del Pil (fino a 10 punti se si considerano i servizi), anche se rispetto ad altre regioni è ancora indietro. La forte espansione italiana degli ultimi 15 anni qui si è fatta sentire fino a un certo punto. Tra il 2002 e il 2018 (studio di Banca d’Italia) gli arrivi di turisti in Umbria sono cresciuti del 22,7 %, è vero, a fronte di una sostanziale stabilità delle presenze. Ma un problema c’è e pesa: quello dei giorni di permanenza dei visitatori, che tra hotel e strutture extralberghiere non supera i 2 giorni. «Uno dei nodi è proprio questo – ammette Rolando Fioriti, direttore di Federalberghi –, dobbiamo essere capaci di intercettare un turismo di maggiore qualità, che si fermi più a lungo e spenda di più. Come? Partendo da alcuni elementi: aumentare il senso identitario e la specificità dell’offerta, e lottare contro l’abusivismo che qui arriva al 25%. Già, perché anche in Umbria è cresciuta molto l’offerta di strutture ‘non regolari’». In realtà l’Umbria piace più agli italiani che agli stranieri: qui i visitatori provenienti dall’estero rappresentano meno di un terzo del totale e quelli che vengono dai paesi dell’Unione europea sono scesi di quasi dieci punti. La riduzione dei flussi da tali aree – che non si registra in questi termini nel resto del Paese – è solo in parte compensata dall’incremento di visitatori polacchi, inglesi e francesi. C’è invece un forte incremento (40%) di cinesi e americani.

E’ vincente l’Umbria dei borghi, ma sullo sviluppo del settore pesano difficoltà nel valorizzare e rendere accessibili le ricchezze del territorio. «Siamo migliorati sulla comunicazione e i risultati si vedono – riprende Bianconi –. Certo. a volte risentiamo ancora di improvvisazione o scontiamo i campanilismi tipici umbri. Devo dire però che negli ultimi mesi la Regione ha effettuato campagne mai viste prima e anche le azioni on-line migliorano. Di sicuro è necessario spostare l’asticella verso l’alto, il gusto dei turisti è cambiato nell’ultimo decennio e in Umbria abbiamo le potenzialità per intercettarlo». «Dobbiamo saper crescere – conclude Fioriti –: i settori produttivi storici da noi sono in crisi e quello turistico è l’unico ambito economico che ha potenzialità di sviluppo».

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