LUCA FILIPPI
Cronaca

“Noi, piccoli comuni sotto assedio”. Le difficoltà delle località di vacanza: “Cento ospiti per ogni residente”

Il caso Marina di Bibbona nelle parole del sindaco Fedeli: "Per aiutarci serve la legge per le comunità marine. Vogliamo avere la possibilità di assumere più persone per migliorare i servizi che offriamo in questo periodo"

Turisti in spiaggia (Foto archivio Ansa)

Turisti in spiaggia (Foto archivio Ansa)

Marina di Bibbona (Livorno), 18 agosto 2024 – Il Ferragosto, quello di una volta, con le auto in coda piene zeppe di bagagli e l’assalto alle spiagge, non è mai tramontato. Anche quest’anno, nonostante le defezioni di giugno per il tempo pazzo e un calo a luglio (per i prezzi alti), l’estate nei suoi giorni clou riempie la costa fino all’inverosimile. E gestire i servizi per migliaia di persone non è per niente facile, quando si tratta di amministrazioni comunali piccole. Il caso è esploso ieri sulle pagine del nostro giornale quando il sindaco di Monte Argentario, Arturo Cerulli, commentando il black out che per due giorni ha lasciato al buio il suo paese, ha lanciato una provocazione: "I consumi aumentano, ma la rete rimane la stessa. Bisognerebbe avere il coraggio di dire che la gente non dovrebbe più venire a Porto Ercole e Porto Santo Stefano. Valuteremo l’ipotesi di mettere dei ticket d’ingresso come a Venezia".

«In questo momento – gli ha fatto eco il sindaco di Bibbona Massimo Fedeli – abbiamo all’incirca cento turisti che dormono e vivono qui, per ogni abitante residente. Solo che io, come sindaco, in estate non posso ad esempio moltiplicare per cento i vigili urbani. Ne ho otto in inverno e otto in estate. Come posso far fronte alle necessità?". Bibbona è uno del Comuni italiani del G20 Spiagge, il club delle amministrazioni comunali che hanno più di un milione di presenze legate al turismo balneare. Ci sono anche San Vincenzo, Castiglion della Pescaia, Viareggio, Taormina, Sorrento e altri comuni come Cavallino Treporti vicino Venezia e poi Grado, Jesolo, Lignano Sabbiadoro, Caorle, Riccione, Arzachena. Da soli attraggono 50 milioni di presenze turistiche, il 12% delle presenze turistiche complessive in Italia.

«Abbiamo chiesto una legge per le comunità marine come le nostre – spiega Fedeli – c’è stata una disponibilità bipartisan delle forze politiche. La proposta di legge è chiara, noi ci aspettiamo che in autunno possa iniziare l’iter parlamentare. E’ nell’interesse generale del Paese che i Comuni piccoli, ma che portano milioni di euro per il Pil nazionale, siano messi in condizione di poter offrire servizi competitivi. Parliamo di sicurezza ad esempio: Bibbona ha tremila residenti, ma d’estate siamo in 30-40mila. Servono più forze di polizia. E poi servono più medici, vogliamo avere la possibilità di assumere più persone per i servizi estivi, dal taglio dell’erba al mantenimento di spiagge, parchi e pinete. Banalmente anche per riparare un lampione o una buca in una strada. Perché le nostre squadre sono calibrate per tremila abitanti e in estate dobbiamo far fronte a numeri molto più alti".

Massimo Fedeli (che ha appena inaugurato il suo terzo mandato), non pensa però solo al livello minimo dei servizi: "I nostri territori rappresentano la punta avanzata del settore turistico in Italia, noi vogliamo avere la possibilità di investire per migliorare i servizi, fare più piste ciclabili, più aree verdi, più spazi per i bambini, più infrastrutture sostenibili. Se vogliamo continuare ad avere questi numeri ora bisogna fare delle scelte lungimiranti e non vivacchiare". I Comuni chiedono quindi una nuova legge sullo ’Status di Comunità Marine’. "Senza questa norma – conclude il sindaco Fedeli – le destinazioni balneari non saranno in grado di competere nel mercato turistico internazionale".