
Abuso di alcol fra i giovanissimi (foto archivio)
Siena, 27 ottobre 2021 - «L’alcol? La droga di Stato. Così la chiamo". E di casi ne ha visti tanti il dottor Thierry Starnini, responsabile del SerD di Siena, la struttura dell’Asl che si occupa delle dipendenze patologiche nei 16 comuni della Zona senese. Si spazia dal capoluogo al Chianti, da Montalcino alle crete. Alcol che è sempre più collante sociale dei minorenni, strumento per scacciare la timidezza e lasciare andare in freni. Anche troppo, vista la malamovida del fine settimane in città. Dottor Starnini, i giovanissimi vengono al SerD per via degli eccessi alcolici? "Sì ma sono una minima parte rispetto a quanti accedono al servizio che si occupa di tossicodipendenze. Non solo la droga ma tutte. Comprese quelle astratte quali internet, il gioco d’azzardo patologico. I social danno un’autentica assuefazione alterando lo stile di vita. Il campo dell’ addiction è vasto e cerchiamo di coprirlo". Quando si rivolgono a voi gli adolescenti? "Se è successo qualcosa di molto grave. All’inizio si passa dal Consultorio e dallo Smia (Salute mentale infanzia e adolescenza, ndr ). Il disagio sommerso c’è ma si cerca di risolverlo all’interno della famiglia o appunto con altri servizi. Se non basta allora i figli arrivano al SerD accompagnati dai genitori". Perché bevono così tanto? "Non è più il classico bere mediterraneo di una volta, con vino ai pasti o anche aperitivi. I ragazzi oggi cominciano da un bere anglosassone, nei momenti delle feste, declinato in due direzioni. A un ritrovo, poi lo stesso accade a quello successivo, ovviamente sabato e domenica. La quantità diventa superiore e i giorni in cui si assumono alcolici crescono. Poi c’è il nuovo modo di bere degli adolescenti dove i liquori diventano una sostanza vera e propria per ottenere lo sballo. E’ pericolosissimo perché il loro corpo non è preparato". Il rischio? "Il coma etilico. Finiscono al pronto soccorso che qualche volta ci chiama quando vede s ituazioni delicate, con ragazzi che si ripresentano più volte nelle stesse condizioni". Sono frequenti? "Purtroppo esistono, accadono di sabato o domenica sera". La soluzione? "I giovani credono che ci si diverta solo se si beve, disinibendosi e vincendo la timidezza, il timore di non essere all’altezza. La vera alternativa sarebbe organizzare feste senza alcol". Più casi dopo il lockdown? "Di persone adulte e anche di giovani. Un lieve incremento. L’alcol si trovava dappertutto, più facilmente delle droghe. Si dà la colpa solo ai bar ma spesso gli adolescenti comprano le bottiglie al supermercato grazie ad amici maggiorenni". Da che famiglie provengono i minorenni in difficoltà per il troppo bere? "Non solo da quelle disagiate, il fenomeno è trasversale. Ci sono genitori che hanno difficoltà rispetto ai figli che si chiudono. L’età? Abbiamo avuto ragazzi ubriachi dai 12 anni in su, anche se più rari. Dai 15 accade troppo di frequente .Va detto basta alla normalità dell’alcol". Un caso che l’ha colpita? "Ricordo un ragazzo di 15 anni che il sabato aveva bevuto una quantità spaventosa. Lo vedemmo la settimana seguente, accompagnato dai genitori. La sera trovai il padre con la birra al bar: non è niente, per carità, ma la cultura è quella. L’esempio della famiglia? Fondamentale". Bevono più maschi o femmine? "Le ragazze hanno accelerato molto. Per carattere il maschio è più disinibito ma le giovani ormai fanno loro concorrenza". L’uso di alcolici è maggiormente frequente a Siena o nei paesi? "Le persone si muovono, non c’è differenza". La bottiglia colma un vuoto? "C’è anche chi comincia senza avere reali disagi. Se uno comunque ha problemi di umore e di fede in sé può diventare facile preda di alcol e sostanze disinibenti, coca ed ecstasy". La ringraziano mai dopo esserne usciti? "Sì ma devono ringraziare loro stessi. Non è una battaglia finita, difficile far capire che bisogna smettere in via definitiva. ’Ma come faccio a divertirmi alle feste’, ribattono spesso". Un consiglio per il futuro dal suo particolare osservatorio. "Vale per il passato, il presente e appunto il futuro: l’alcol è un falso amico perché non si considera un pericolo e viene spesso sottovalutato. Guardia alta".