Firenze, 30 marzo 2025 – Ora non ci vengano a dire che si tratta di una semplice coincidenza. Perché la nostra regione è già stata teatro di a tipo quello di venerdì sera. Pareva di assistere a un videogioco: il commando si è mosso con una sinergia di tempi che la dice lunga sulla preparazione meticolosa. Si tratta di professionisti, dunque esponenti di una criminalità molto ben organizzata, che in un passato recente aveva colpito in Puglia e Sardegna come tipologia di assalto. Quattro milioni di euro destinati alle pensioni sono un bottino che fa gola: erano pronti a tutto, anche a sparare ad altezza uomo. Non lo hanno fatto per il semplice motivo che non ce n’è stato bisogno, ma poteva essere facilmente una strage. ssalti ai portavalori

Che nessuno parli di Toscana come isola felice, i tempi sono cambiati e i confini dilatati. Un assalto da film come quello di San Vincenzo ha riportato alla mente di chi ha i capelli bianchi quei colpi alle banche negli anni Ottanta dove banditi col classico passamontagna (oggi mefisto) entravano negli istituti e poi scappavano con i soldi e un paio di ostaggi per proteggersi la fuga. Spesso finivano in tragedia, quelle rapine. Lo ripetiamo fino alla noia, se venerdì sera è andato tutto bene sotto il profilo di perdite umane, non altrettanto può dirsi per la percezione di sicurezza di chi abita nella nostra regione.
Si è trattato di un colpo preparato da mesi, frutto anche di numerosi appostamenti lungo la superstrada, con pedinamenti quotidiani dei furgoni portavalori. Altrimenti non riesce tutto così alla perfezione. La Toscana non è il Bronx, per carità, ma certi segnali ripetuti è bene che non finiscano nel dimenticatoio.