ANGELA BALDI
Cronaca

Una protesi speciale per il ciclista Riccardo Rossi, lanciata la raccolta fondi

Nonostante una malformazione al braccio vuole gareggiare con i normo dotati: la campagna

riccardo rossi

Arezzo, 21 aprile 2023 – Ha 42 anni Riccardo Rossi e nonostante una malformazione all’arto destro non si è mai posto limiti. L’atleta aretino nato con una focomelia al braccio ha fatto suo il motto di Bebe Vio campionessa paralimpica di fioretto “Se sembra impossibile allora si può fare”. Casentinese di Valle Bona frazione di Chiusi della Verna, è il quarto di 5 fratelli, appassionato di sport, soprattutto ciclismo, ha attivato una raccolta fondi per ottenere una protesi che gli permetta di partecipare alle gare di enduro nella categoria dei normodotati.

Come nasce la sua disabilità?

“Negli anni ‘80 quando era incinta mia madre prese una pasticca che causò la malformazione con cui sono nato: ho una focomelia alla mano destra con diminuzione di mano, braccio, parte pettorale, gamba, oltre a una scoliosi”.

Questo tipo di malformazione non le ha però impedito di praticare le sue passioni?

“Non sono uno che si abbatte, mi sono sempre confrontato coi miei limiti, quasi sempre mentali. Pratico pallanuoto paralimpica nella Rari Nantes Florentia e coltivo una grande passione per la bici. Ho partecipato a diverse gare, manifestazioni, ultra trail. Assieme ad alcuni amici nel 2016 ho fondato l'associazione ciclistica Tricicli Morchia, siamo gemellati con il Team Poti Free ride, un gruppo di amici che pratica Enduro”.

Lo sport aiuta a superare i limiti?

“Nella mia vita è stato fondamentale, all’inizio mi è servito per ridurre il gap fisico: ho fatto tanta ginnastica posturale, poi è stato importante per le amicizie. Faccio anche speleologia col gruppo del Gsf, sottosezione Cai di Firenze. Dopo aver lavorato 15 anni in una ditta casentinese, ho preso il brevetto di edilizia acrobatica e spero di trasformarlo in un lavoro”.

Su tutti gli sport l’amore per la bici è il più grande?

“E’ la mia passione. La bici c’è sempre stata, prima del motorino ero costretto ad usarla per uscire a Rassina dove abitavo, sono sempre andato in bici e ho collezionato infortuni anche al braccio buono. Ciò che mi dava più difficoltà è l’enduro, da qui l’idea di trasformare il limite in qualcosa di più grande. In Italia siamo un po’ indietro nella preparazione dei ragazzi con disabilità in questo sport. Grazie al progetto di Lorenzo Cardeti dell’azienda aretina Terra e insieme alla ditta Materia del pilota Luca Scassa, abbiamo deciso di costruire una protesi particolare. Obiettivo gareggiare coi normo dotati”.

Per la costruzione della protesi si è rivolto a Ottobock Soluzioni Ortopediche a Campi Bisenzio…

“Per venire incontro alle mie esigenze, i tecnici hanno pensato a una protesi realizzata su calco utilizzando per la parte distale una calotta in silicone realizzata su misura; una struttura in resina con rinforzi in carbonio e una mano a molla con resistenza registrabile, supportata da 3 cinturini in velcro per la tenuta. Ho tante aspettative, spero che mi consenta senza sentire dolore di praticare gare di enduro. Sto realizzando una bici adatta alle mie esigenze e anche cercando di creare un attacco universale che consenta a tutti di applicare e staccare la protesi al manubrio”.

Per centrare l’obiettivo ha dato il via a una raccolta fondi?

“E’ attiva su GoFundMe: https://gofund.me/14013e68  Voglio mandare il messaggio che qualunque cosa si può fare, ogni specificità deve essere valorizzata. Voglio essere d’esempio per chi pensa che sia troppo tardi: lanciate il cuore oltre l’ostacolo. Obiettivo sensibilizzare e rendere fruibili gli spazi di sport a giovani e meno giovani con disabilità, rendendoli inclusivi”.