Arezzo, 12 luglio 2023 – «Non ho fatto corsi di primo soccorso, non avevo mai usato il defibrillatore: provaci, mi sono detto, o questo signore muore". E invece è vivo: colpito a 52 anni da un infarto improvviso e dal letto di ospedale manda una foto per confermare che sta bene.
Salvato da Alessandro, un ragazzo di 16 anni diviso tra gli studi, fa la terza liceo classico, e l’impegno con gli scout e in parrocchia. Una parrocchia, quella di San Marco alle porte della città, dove è l’eroe del giorno.
"E’ la conferma che dobbiamo non solo fidarci dei giovani ma seguirli" ,commenta il vescovo Andrea Migliavacca. Ieri sera ha voluto incontrare il ragazzo per complimentarsi. Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo lo ha invitato a Firenze.
La storia? Siamo alla mezzanotte di venerdì, la fine dei campi estivi nella parrocchia. "Ero sul muretto di confine, con alcuni amici, e ho sentito alle spalle un rumore sordo". Il malore improvviso, la caduta, l’urlo del figlioletto che ne perde la mano. "Siamo corsi per vedere cosa fosse successo, era cianotico e faceva fatica a respirare".
Intorno è il panico. Il sagrato della chiesa è pieno di famiglie venute a riprendere i figli: ragazzi, genitori, nonni.
Una ragazza di 17 anni porta via i bambini più fragili, un’altra si occupa del figlio di chi aveva avuto un malore, una terza chiama il 118. Ma torniamo ad Alessandro.
"Ho alzato la camicia e provato a vedere se ci fosse battito cardiaco". No, il cuore si era già fermato. Solo allora chiede in giro se ci sia un defibrillatore. "Lo puoi usare solo se non c’è battito", commenta con saggezza da soccorritore. Elementi imparati a scuola, in uno di quei corsi rapidi fatti in classe o in palestra, niente di più. Il defibrillatore c’è, di fianco al portale della parrocchia. "Sono corso a sganciarlo e a portarlo al posto giusto".
"Noi adulti – ci racconta uno dei genitori – eravamo quasi impietriti, in azione c’erano solo i ragazzi". Intanto sul marciapiede si gioca il destino di un uomo. "Ho iniziato il massaggio cardiaco, circa un quarto d’ora". L’auto medica è in arrivo ma i minuti decisivi sono i primi. "Ho fatto allontanare tutti e ho dato la prima scossa". Il classico "libera" dei telefilm americani. Il corpo sobbalza. "Un signore mi ha dato il cambio nel massaggio cardiaco, purtroppo non so il nome".
Lui si piazza al defibrillatore. "Sono macchine perfette, ti indicano loro cosa fare". Una seconda scossa, perché intanto il battito si ferma di nuovo. "Si è bloccato tre volte in pochi minuti, devi sempre ripartire da capo" spiega Alessandro e avresti voglia di prendere appunti in caso di bisogno.
Nel piazzale le manovre sono seguite in silenzio, dopo le urla di paura dei primi istanti. Tra gli altri il parroco don Alessandro Conti, segretario storico ai tempi aretini del cardinale Gualtiero Bassetti. "Il mio Ale ha fatto una gran cosa, sono orgoglioso" commenterà più tardi.
Intanto arrivano i soccorritori. "Il battito era ripartito, gli hanno fatto un’iniezione immediata, forse adrenalina", si sbilancia. L’ambulanza parte verso l’ospedale, c’è un accenno di applauso nel piazzale. Ma è niente rispetto alla foto che arriva nella notte. L’infartuato ricoverato sorride, si è ripreso.
La notte Alessandro la passa in bianco o quasi. "Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo quella scena" sussurra, Davanti ai genitori: per la soddisfazione se lo mangiano con gli occhi.