REDAZIONE CRONACA

Valditara: “Non ho annunciato sanzioni contro la preside del Leonardo Da Vinci”

Il ministro torna sulla lettera della dirigente scolastica Annalisa Savino

Valditara:"Non ho parlato di sanzioni contro la preside"

Firenze, 24 febbraio 2024 –«Sono state dette tante cose, ma io non ho annunziato sanzioni». Lo scrive su Twitter il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara dopo aver parlato ieri della lettera antifascista scritta dalla dirigente del Leonardo Da Vinci Annalisa Savino ai suoi studenti dopo il pestaggio al Michelangiolo.

"Una lettera impropria, che mi è dispiaciuto leggere". Così il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aveva definito la lettera scritta dalla dirigente scolastica del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, Annalisa Savino.

Nella lettera, la dirigente metteva in relazione il "disgustoso rigurgito" identitario con la politica dell'attuale governo. "Non compete a una preside, nelle sue funzioni, lanciare messaggi di questo tipo - aveva detto Valditara - E poi il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà dei fatti. In Italia non c'è pericolo fascista, né una deriva violenta e autoritaria. Difendere le frontiere e ricordare l'identità di un popolo non ha nulla a che vedere con il fascismo, o peggio con il nazismo".

"Non voglio creare martiri - aveva poi aggiunto il ministro - queste iniziative sono strumentali ed esprimono una politicizzazione che auspico non abbia un ruolo nelle scuole. Poi, se questi atteggiamenti dovessero persistere con comportamenti che vanno al di là dei confini istituzionali, vedremo se sarà necessario prendere delle misure. Attualmente non è necessario intervenire. Di queste lettere ridicole non so che farmene, sono propaganda".

“Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee”. Ecco quello che la dirigente Savino aveva scritto ai suoi alunni e alle loro famiglie.

La sua lettera, scritta dopo l’aggressione davanti al Michelangiolo, è diventata subito virale.