STEFANO BROGIONI
Cronaca

Verdini e la bancarotta della Ste, un’altra sconfitta: la Cassazione conferma i 5 anni e mezzo

L’ex ’dominus’ di Forza Italia incassa un altro giudizio di ultimo grado ma è già agli arresti domiciliari per la condanna sul crac della sua banca. In carcere a Milano si è già costituito l’ex parlamentare toscano Parisi

Denis Verdini (Foto Ansa)

Denis Verdini (Foto Ansa)

Firenze, 29 novembre 2023 – La prima fu la bancarotta del Credito Cooperativo Fiorentino, la "sua" banca di cui è stato presidente per vent’anni. Poi arrivò il fallimento di un’impresa edile, la Arnone, stritolata dal rapporto proprio con il Ccf. E ora, è diventato inappellabile anche il crac della "Ste", la società che fino al 2012 dava alle stampe “Il Giornale della Toscana“.

Sono tre condanne definitive, tutte sulla testa di Denis Verdini. L’ultimo verdetto è stato discusso venerdì, in Cassazione. Il ricorso contro la condanna a cinque anni e mezzo (confermata anche in appello) è stato rigettato. Il risultato della somma di ogni condanna si avvicina ai quindici anni: Verdini, che ha più di settant’anni, è da molti mesi agli arresti domiciliari nella sua villa al Pian dei Giullari.

E quella della Cassazione è una mazzata anche per un altro coimputato, ex politico come Verdini: Massimo Parisi. Lui, 55 anni, che della "Ste" era uno dei consiglieri d’amministrazione, è stato condannato a cinque anni. L’altra sera, si è spontaneamente consegnato al carcere di Milano, prima ancora che gli arrivasse l’ordine di esecuzione. Confermate le condanne più basse (tre anni) anche per l’ex amministratore delegato Pierluigi Picerno, per l’ex presidente del cda Girolamo Strozzi Majorca Renzi, per l’ex consigliere Enrico Luca Biagiotti.

Una stangata non del tutto attesa, visto che lo stesso procuratore generale aveva chiesto l’annullamento della condanna per Verdini e Parisi e un appello bis per rideterminazione della pena per gli altri. Nel 2018, all’esito del dibattimento, il pm Luca Turco aveva chiesto tre anni per Verdini e due per Parisi: ne arrivarono quasi il doppio, o addirittura di più.

Confermati anche i risarcimenti a tre giornalisti e una poligrafica, che al cessare delle pubblicazione del dorso toscano del quotidiano milanese rimasero senza lavoro.

La difesa. Per gli avvocati, quella della "Ste" era una bancarotta “riparata“, perché Verdini avrebbe rimesso nelle casse della società gli oltre due milioni di euro oggetto del processo. Cioè la somma che, secondo l’accusa, con un contratto stipulato nel 2004, Verdini - che oltre alla politica ha sempre avuto una passione per i giornali - si mise in tasca senza una giustificazione.

O meglio, con "l’esclusiva finalità di trasferire risorse dalla società a Verdini e Parisi, con arricchimento personale assolutamente ingiustificato, cui è facile assegnare una connotazione distrattiva", hanno motivato i giudici nelle sentenze.

L’operazione non trovò ostacoli perché, sempre secondo le sentenze, "i consiglieri erano uomini all’evidenza manovrabili e manovrati da Denis Verdini, il quale, con l’operazione negoziale del 2004, ha realizzato un indebito arricchimento per sé e per l’amico Parisi il quale si trovava nella duplice veste di consigliere di amministrazione della Ste e beneficiario del milione trecentomila euro dallo stesso mai, fino al momento in cui ha cessato la sua carica nel 2008, restituito".