CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Morte nel cantiere a Firenze, i vigili del fuoco: “Un incubo, come un terremoto”

Quattro morti accertati, gli uomini del nucleo speciale ricerca e soccorso Usar al lavoro da 48 ore. In azione martelli pneumatici e super microfoni: “Anche il suono più flebile dà speranza”

Firenze, 18 febbraio 2024 – L’ultimo corpo è stato strappato alla bocca del mostro all’alba di sabato. La sua gamba era stretta fra i tondini di ferro che armavano una trave di cemento spezzatasi in più punti. Quei tondini, diventati artigli, sono stati districati dagli uomini dell’Usar, il nucleo speciale ricerca e soccorso, dei vigili del fuoco. È stato l’epilogo di una notte scandita dal tamburo dei martelli pneumatici che si sono aperti la strada nella giungla di cemento fiorita selvaggia in via Mariti, alla periferia nord di Firenze, dove alle 8.52 di venerdì è crollato il cantiere allestito per la costruzione di un nuovo supermercato Esselunga. Trascinando con sé nell’abisso le vite di quattro operai, ferendone tre e lasciandone uno nel limbo dei dispersi. Si tratta di un italiano di 59 anni Luigi Coclite già identificato venerdì e di tre nordafricani: Mohamed Toukabri, 54 anni tunisino e i marocchini Mohamed El Ferhane, 24 anni, e Taoufik Haidar, 45 anni. Resta a ieri sera ancora disperso Bouzekri Rachimi, 56 anni.

Gli ultimi tre corpi e i nomi sono riemersi venerdì notte in questo isolato di 10mila metri quadrati dove sorgeva l’ex panificio militare. "Lo scenario è quello di un terremoto" spiega Alessio Giannini, 36 anni, vigile del fuoco del nucleo Usar che con altri 40 colleghi si sta alternando da 48 ore nelle ricerche nell’Amatrice in miniatura che piaga la pelle di Firenze. "La differenza è che un sisma è una cosa che non ti aspetti, ma qui non siamo di fronte a qualcosa di naturale, qui c’è un errore che ha causato tutto questo". Sbrogliare la selva di cavi e calcinacci è complesso. "Il cemento gettato si è solidificato nella notte ed è difficile operare". Per farlo lui e gli altri hanno chiesto il supporto di tre maxi gru che sollevano le travi più pesanti permettendo ai vigili di infilarsi nel labirinto dei quattro solai crollati. "Qui utilizziamo microfoni con altissima sensibilità, si chiamano Delsar, da inserire sotto le macerie. Riescono a captare anche il suono più flebile". La speranza è che dal dedalo di macerie, filtri il sibilo di una camera d’aria, di una voce o una suoneria di un telefono. "Li abbiamo provati a chiamare tutti. Ma non è arrivato nessun suono. Quindi abbiamo dovuto trovarli scavando".

Con l’ultimo corpo è spuntata anche l’alba di sabato. Quella più dolorosa per le famiglie delle vittime che hanno varcato le porte della medicina legale di Careggi. A loro è toccato lo strazio di riconoscere i corpi ricomposti nella mattinata. Ad accoglierli una Firenze silenziata da lutto cittadino indetto dal sindaco Dario Nardella. "Ora più che mai – dice – ci raccogliamo intorno a loro". Il primo cittadino oggi incontrerà la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, che ha annunciato un pacchetto di misure ad hoc per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Firenze ieri ha risposto con saracinesche abbassate, bus, tramvia e taxi col giglio listato di nero. A digerire rabbia e dolore nel suo ventre è stata piazza della Signoria dove un migliaio di persone si sono fermate al suono della Martinella, la campana di Palazzo Vecchio, che ha suonato a lutto un minuto di silenzio. Poi un applauso, lungo come quella cicatrice che la città non sa rimarginare. E che prova a cucire con le decine di mazzi di fiori poggiati davanti al cantiere-tomba di via Mariti. Mani pietose che accarezzano con l’anima le vittime. A loro è arrivato il messaggio di Papa Bergoglio: "Esprimo sentimenti di vicinanza e cordoglio. Ma rinnovo l’appello alla sicurezza auspicando un maggiore impegno di quanti hanno la responsabilità di tutelare i lavoratori".