LUCA FIORUCCI
Cronaca

Violentate dal branco, il racconto dell’orrore. "L’invito su Instagram, poi l’incubo”

La più giovane, 20 anni, è stata stuprata, l’altra, 24, è riuscita a dare l’allarme. Gli aggressori sarebbero almeno otto, alcuni di loro sono stati individuati

Indaga la polizia (foto repertorio)

Indaga la polizia (foto repertorio)

Perugia, 21 luglio 2023 – Il branco ha le ore contate. Gli otto giovani che hanno molestato e violentato due ragazze marchigiane arrivate nel quartiere di Ponte San Giovanni per partecipare a un party “abusivo“ nella piscina di una villa, sarebbero già stati individuati (tra loro pare ci sia anche un soggetto con precedenti specifici).

Gli investigatori della Mobile, diretti da Gianluca Boiano, stanno ricostruendo le ore trascorse dalle due giovani di Fabriano, 20 e 24 anni, nel Perugino: dal loro arrivo in treno fino all’incubo delle violenze, finite quando una delle due è riuscita a dare l’allarme al 112.

Tutto sarebbe nato su una chat Instagram: l’invito era quello di partecipare a una festa. Il 18 sera le due ragazze di Fabriano raggiungono il capoluogo umbro per divertirsi a una sagra a Ponte Pattoli.

Poi si spostano con uno dei giovani conosciuti in chat al party in piscina, dove avrebbero poi incontrato quelli che si sarebbero trasformati in molestatori e violentatori. Qualche tuffo, chiacchiere, risate ma anche alcolici. Una delle due fabrianesi ricorda:

"Mi sono risvegliata in una villa con una piscina. Avevo un ragazzo sopra di me, sembrava un magrebino. Insieme a lui c’era un altro che mi teneva ferma. Vedevo in lontananza la mia amica: urlava il mio nome, implorava aiuto".

Le due riescono a scappare e a raggiungere il commissariato più vicino. Chiedono aiuto e ricostruiscono tutto. La volante si era nel frattempo precipitata nel luogo indicato dalla giovane, ma gli aggressori si erano già dileguati.

Ad aver subito violenza è stata solo la ventenne, che viene portata in ospedale a Perugia. Qui i sanitari le riscontrano i segni compatibili con una violenza sessuale. Scatta immediato il protocollo del "codice rosso" di protezione.

La ragazza viene tenuta una notte in ospedale, dove le viene dato anche il necessario supporto psicologico. Non viene riscontrata nel sangue la presenza della cosiddetta droga dello stupro. Poi viene rimandata a casa, a Fabriano. Dove l’indomani prende contatto con l’avvocato Ruggero Benvenuto. A lui racconta l’incubo e, insieme, vanno alla polizia di Perugia dove gli inquirenti mostrano alcune foto dei suoi probabili violentatori. E lì la ragazza ne avrebbe riconosciuti subito alcuni.

Intanto le indagini vanno avanti per stabilire anche il ruolo avuto dai vari componenti del branco. Tra loro, anche soggetti con precedenti specifici, su cui gli investigatori avrebbero focalizzato l’attenzione. Determinanti per la Polizia le telecamere di sicurezza, il traffico telefonico e il contenuto delle chat da cui sarebbe partito tutto. I coetanei con cui le ragazze hanno trascorso la serata, infatti, non erano estranei. Con alcuni le giovani avrebbero avuto contatti virtuali, tramite i quali avrebbero poi concordato la visita e la successiva partecipazione alla festa. Nel perugino, nell’ultimo anno, si erano registrati diversi episodi di violenza a sfondo sessuale che vedevano coinvolti dei giovanissimi. Mai prima però ad agire era stato il branco.