Mattia Lucarelli e Federico Apolloni, ex calciatori del Livorno, sono stati condannati in primo grado a 3 anni e 7 mesi di reclusione per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza americana di 22 anni, abbordata fuori da una discoteca di Milano nel marzo 2022. A tre loro amici, anch’essi imputati e presunti complici degli abusi, sono state inflitte pene inferiori (tra i 2 anni e 5 mesi e 2 anni e 8 mesi).
La sentenza, emessa dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Milano Roberto Crepaldi, ha stabilito anche una provvisionale di 50 mila euro per la vittima. Il giudice ha riconosciuto per tutti lo stupro di gruppo, la pena inferiore dei tre è legata a un attenuante “per contributo di minima importanza”.
Rito abbreviato
Lucarelli e Apolloni, che hanno entrambi 24 anni, finirono agli arresti domiciliari nel gennaio 2023 e nel giugno successivo furono rimessi in libertà.
Il verdetto accoglie, in parte, la richiesta della pubblica accusa, rappresentata dalla pubblico ministero Alessia Menegazzo, che aveva chiesto condanne a 3 anni e 6 mesi di reclusione per gli imputati. I cinque giovani erano a processo con rito abbreviato, una modalità che prevede un accorciamento della durata del processo e, in caso di condanna, uno sconto della pena pari a un terzo (già conteggiato nella sentenza).
Lo stupro di gruppo
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, la violenza sarebbe avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 marzo 2022. La studentessa è stata avvicinata dai cinque giovani fuori da una famosa discoteca di Milano in zona Sempione. La ragazza era salita in auto chiedendo di essere portata a casa, ma invece sarebbe stata portata nell’appartamento di Lucarelli e poi violentata dai cinque giovani.
Una relazione tossicologica e psicologica effettuata da consulenti nominati dalla Procura avrebbe confermato che la ragazza si trovava in uno stato di “alterazione” tale da renderla “incosciente”. Secondo i consulenti nominati invece dalla difesa, non era alterata al punto da essere incapace di esprimere il consenso.
Il giudice non è stato però convinto da questa seconda tesi: le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni. “I ragazzi sono devastati” fa sapere uno dei difensori degli imputati, tutti presenti in aula.