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Prima Guerra Mondiale: le voci e i dialetti dei soldati in un archivio digitale toscano

Il maxi progetto è consultabile liberamente in Rete. Il tutto nel centenario dalla fine del conflitto

Un’immagine di combattimento durante la Prima Guerra Mondiale

Firenze, 2 novembre 2018 - Nasce il primo archivio digitale interamente dedicato alla Grande Guerra per conoscere e apprezzare la polifonia delle lingue dell'Italia in guerra: la voce ufficiale della propaganda e la voce dei soldati, la voce dei giornali e la voce delle lettere, la voce delle élite degli intellettuali e la voce popolare, la voce del consenso e la voce del dissenso.

Il progetto "Voci della Grande Guerra" è stato finanziato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri nell'ambito delle celebrazioni del centenario del 1918, che ha impegnato ricercatori dell'Università di Pisa, dell'Accademia della Crusca, dell'Istituto di Linguistica Computazionale ''Antonio Zampolli'' del Cnr e del Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico-Militari con sede all'Università di Siena.

La creazione di questo archivio consente di capire e di indagare il modo in cui gli italiani hanno sentito e raccontato la guerra e di come il conflitto abbia a sua volta mutato profondamente il linguaggio. Il corpus di testi verrà anche utilizzato per lo sviluppo del Grande Vocabolario dell'italiano post-unitario dell'Accademia della Crusca, sotto la direzione del professore Claudio Marazzini.

Il progetto, che ha visto anche coinvolto il professor Nicola Labanca, storco dell'Università di Siena, uno dei maggiori esperti sulla storia della prima guerra mondiale, raccoglie e mette a confronto per la prima volta una grande varietà di materiali alcuni dei quali mai digitalizzati prima. Infatti, nonostante siano già disponibili archivi digitali della Grande Guerra, questi tipicamente sono limitati ad un unico genere come ad esempio la diaristica.

In questo caso invece sono riuniti testi provenienti dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, dal Museo storico italiano della guerra di Rovereto e dal Museo storico di Trento, raccolte inedite dagli Archivi della scrittura popolare, la serie completa degli Atti parlamentari, articoli da quotidiani come ''La Stampa'' e il ''Corriere della sera'' e altri che sono stati appositamente digitalizzati, ma anche riviste di particolare interesse come ad esempio i cosiddetti ''giornali di trincea'', pubblicati appositamente per le truppe combattenti.

Il corpus copre l'arco dal 1914 al 1918, per analizzare l'impatto immediato della guerra sull'evoluzione della lingua, così come le diverse modalità di rappresentare la guerra nelle varie fasi del conflitto, ad esempio prima e dopo la disfatta di Caporetto. Tra i curatori del progetto c'è il professore Alessandro Lenci del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa.

Tutti i materiali saranno disponibili on line e grazie all'uso di tecniche avanzate di linguistica computazionale, web semantico e visualizzazione dell'informazione sarà possibile fare ricerche semplici, efficaci ed innovative in modo da far conoscere e apprezzare la polifonia delle voci dell'Italia in guerra.

Lunedì 5 novembre a Firenze nella sede dell'Accademia della Crusca si terrà il convegno di presentazione del progetto "Voci della Grande Guerra". L'assise si aprirà alle ore 9 con i saluti introduttivi del presidente dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini. Seguiranno gli interventi di Alessandro Lenci, Nicola Labanca e Simonetta Montemagni.

Sono previste numerose relazioni. Claudio Marazzini e Simonetta Montemagni concluderanno il convegno con il "Dialogo intorno alle caratteristiche linguistiche delle Voci della Grande Guerra". Il convegno si concluderà con la rappresentazione teatrale "Il cannone non fa bum!", una lettura scenica di una selezione dei testi del corpus, per la regia di Franco Farina, con la partecipazione di Alice Bachi, Giorgio Vierda e la Compagnia Teatrale Nosodi.