Santa Croce sull'Arno (Pisa), 16 aprile 2021 - Lui, uno dei soggetti che per il sodalizio criminoso messo in piedi da vertici del mondo conciario di Santa Croce e politica asservita – ora che gli attacchi di cui è stato bersaglio sono venuti tutti fuori – non si sente un eroe: "Se avessero tolto me sarebbe arrivato un altro, io non sono l’unico onesto, ci mancherebbe" dice Alessandro Sanna, funzionario della Regione Toscana dell’ufficio settore autorizzazioni ambientali per i territori di Pisa e Livorno che era finito nel mirino di chi, secondo quanto emerso dalle indagini della procura distrettuale di Firenze, voleva far andare le cose in un certo modo.
E lui sarebbe stato un ostacolo. "Comunque devo ancora leggere gli atti e capire com’è stata ricostruita la vicenda – prosegue Sanna –. Non posso aggiungere altro su questa storia che ha molti indagati, alcuni li conosco, altri no. Ripeto devo ancora leggere gli atti". Il sindaco di Santa Croce in persona, Giulia Deidda, avrebbe fatto pressioni sui vertici politici ed amministrativi, perché cambiasse atteggiamento o altrimenti fosse rimosso. Non ci sono riusciti.
Sanna è rimasto al suo posto ad occuparsi di un settore delicato che ha rapporti con Aquarno per quanto riguarda gli scarichi e le emissioni in atmosfera. Ma ci hanno provato eccome a farlo mettere da parte. Volevano che almeno modificasse i suoi orientamenti riguardo il contenuto dell’Aia da rilasciare ad Aquarno e alle deroghe agli scarichi contenute in quell’autorizzazione. Aquarno, il mega impianto di depurazione di Santa Croce, è finito sotto la lente di una inchiesta-terremoto nel mondo delle concerie. Le indagini, che hanno puntato i riflettori sul distretto conciario, hanno fatto emergere criticità e sforamenti nella presunta illegalità almeno di una parte di quel meccanismo costruito negli anni, che avrebbe dovuto assicurare un riciclo praticamente totale dei rifiuti prodotti dal comparto conciario, con un conferimento in discarica sostanzialmente residuale. Inoltre sono emerse criticità, si apprende, sulle attività di scarico delle acque depurate da Aquarno che riverserebbe nel corpo recettore, il canale Usciana, acque non adeguatamente depurate. Anche la fase di lavorazione del cromo esausto – è stato ricostruito – ha presentato profili di criticità, essendo commercializzato dopo un trattamento, come materia prima pur non avendone i requisiti, e rimanendo un vero e proprio rifiuto.