ANGELA BALDI
Cronaca

Zanon, il genio del violino: “A 2 anni già suonavo, a quattro sono entrato in conservatorio”

Il venticinquenne Giovanni Andrea Zanon dal 2021 è Direttore Artistico della Fondazione Guido d’Arezzo

zanon

Arezzo, 28 settembre 2023 – E’ ritratto con il biberon e col violino nelle vecchie foto di famiglia. Giovane talento della musica e genio del violino, Giovanni Andrea Zanon dal 2021 è Direttore Artistico della Fondazione Guido d’Arezzo, per la quale ha organizzato stagioni concertistiche che hanno coinvolto artisti come Zubin Mehta, Pinchas Zukerman, Arcadi Volodos, Anna Netrebko, e molti altri. Nel corso della sua attività musicale si è esibito in alcune delle sale più prestigiose del mondo, tra cui la Carnegie Hall di New York, il Teatro alla Scala di Milano, la Elbphilharmonie di Amburgo, il Teatro La Fenice di Venezia, la Philharmonie di Parigi, e l’Arena di Verona. Ha rappresentato l’Italia suonando allo Stadio Nazionale di Pechino in occasione della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi 2022. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con importanti direttori d’orchestra, tra cui Fabio Luisi, Pinchas Zukerman, Theodore Guschlbauer, Donato Renzetti, Marco Armiliato, Andrea Battistoni, Omer Meir Wellber e Jader Bignamini. Giovanni Andrea Zanon ha inoltre partecipato a numerosi progetti di musica da camera, che lo hanno portato ad esibirsi al fianco di grandissimi artisti. Tantissime le menzioni e i riconoscimenti fra i quali, a 6 anni, quello del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, il Leone d’Oro dalla Regione Veneto per i meriti artistici conseguiti all’estero e la nomina di Alfiere della Repubblica dal Presidente Mattarella.

Zanon ha iniziato a suonare il violino a 2 anni a 3 ha vinto il suo primo concorso come è possibile?

“Ho avuto la fortuna di vivere il mio inizio musicale e strumentale non come una disciplina e una cosa faticosa ma come un gioco e una sfida. La musica era già presente in casa, mia sorella suonava il violino, la vedevo e volevo rubarglielo, per me era un gioco misterioso, così i miei genitori me ne hanno fatto costruire un piccolo su misura. Per incentivare la disciplina si sono inventati un meccanismo meraviglioso: se io studiavo 1 ora al giorno per una settimana mi davano un pezzo di carta, se facevo un concerto me ne davano 2 e così via. In cambio di un po’ di pezzi di carta potevo chiedere una ricompensa, nel mio caso erano sempre animali da cortile, il mio giardino era pineo di oche, galline, fagiani”.

A 4 anni è entrato (in passeggino) al conservatorio di Padova, un primato assoluto…

“Sono tutt’oggi il più giovane ammesso nella storia delle istituzioni italiane , è stata una cosa molto complessa un bambino di 4 anni riesce ad affrontare i corsi di strumento ma difficilmente riesca a fare i corsi teorici pensati per studenti molto più grandi. E’ stato uno scoglio non indifferente ma con il supporto dei miei genitori che passavano l’estate ad insegnarmi storia della musica sono riuscito a terminare il percorso a 14 anni”.

A 15 si è trasferito negli Stati Uniti, come mai?

“Sono stato indirizzato in questa scelta da Zubin Mehta, ho studiato con Pinchas Zukerman che abbiamo portato tante volte ad Arezzo, è stata una scelta difficile dal punto di vista umano ma l’Italia non riesce ad eccellere nella didattica strumentale anche se ha grandissimi musicisti. A 18 anni avevo un bagaglio esperienze alle spalle notevole perché ho iniziato presto”.

Talento naturale ma anche grande dedizione, quante ore al giorno occorre dedicare allo studio del violino per suonare a questi livelli?

“È una cosa totalizzante la musica,. Qualcosa di meraviglioso ma anche una croce che accompagna l’artista tutta la vita, non si raggiunge mai il livello massimo, ci sono sempre spunti nuovi. E’ uno studio atletico strumentale dello strumento che nulla ha a che fare con la parte artistica, si devono studiare muscolarmente alcuni passaggi e una volta acquisita la tecnica si riescono a trasmettere le idee musicali al pubblico. La mente deve essere focalizzata sempre su quello: pensare a organizzare concerti, repertorio, viaggi. Non c’è giorno che non venga dedicato a questo, se vado in vacanza mi porto il violino dietro”.

Suona il meraviglioso violino A. Stradivari “Marèchal Berthier”, Cremona 1716, della Fondazione Pro Canale di Milano, quanto vale?

“Questo strumento mi è stato prestato dalla Fondazione Pro Canale, un musicista di 20 anni non riuscirà mai a comprare uno Stradivari che costa milioni e milioni di euro, quello che mi viene offerto è un privilegio. Questo violino ha una storia incredibile fu confiscato da Napoleone come bottino di guerra ha qualcosa di magico che lo rende speciale. Il problema è che quando scendo dal palco io devo convivere con un oggetto da milioni di euro, così quando viaggio, ci sono tutta una serie di accortezze necessarie per mantenerlo salvo e integro, in treno per esempio lo tengo sempre in braccio”.

Sta per partite la quarta stagione di Youth Music festival nella cornice del teatro Petrarca di Arezzo col meglio della musica nazionale internazionale under 35, obiettivo avvicinare i giovani alla classica?

“Vogliamo coinvolgere in modo concreto i giovani al mondo della musica classica. Non basta invitare un ventenne a teatro a sentire un concerto se non conosce quello che va a sentire. Per questo promuoviamo la musica classica nelle scuole grazie alla collaborazione instaurata con alcuni plessi della città, andiamo nelle classi con gli strumenti, facciamo dei fraseggi facciamo ascoltare armonie e i giovani ne rimangono affascinati lo dimostra il fatto che anno dopo anno il teatro è sempre più pieno di giovani. Il prestigio del festival è cresciuto tanto che vorremmo portare lo Youth Music festival anche all’estero, ed esportare sia il nome di Arezzo che questo meccanismo vincente”.