Firenze, 13 ottobre 2023 - Ormai proliferano anche nei piani alti dei condomini, hanno imparato a mimetizzarsi ad esempio poggiandosi sui mobili scuri e, soprattutto, non danno tregua. Le zanzare ci fanno (cattiva) compagnia tutto l’anno. La stagione fredda è quasi scomparsa, l’estate si è allungata. E la tropicalizzazione del nostro clima potrebbe, in futuro, farci correre rischi non da poco legati appunto al forte aumento di zanzare, e non solo.
Il biologo Marco Tarducci, imprenditore nel settore delle bonifiche ambientali, insieme ad altri sette disinfestatori ha deciso, gratuitamente, di mettersi al servizio della comunità dando vita ad una rete regionale di rilevazione con l’obiettivo di mappare la presenza dei fastidiosi insetti e di monitorare tutte quelle problematiche legate alle malattie portate dalle zanzare. Il ‘bollettino della zanzara’ è partito il giugno scorso con la prima raccolta di dati, riguardanti in modo particolare le province di Firenze, Pisa e Grosseto.
Che cosa è emerso?
“Sicuramente siamo in presenza di una crescita della presenza di zanzare. Le più presenti sono la zanzara comune, la Culex pipiens, la tigre, ma anche un pappataceo, che trasmette il virus Toscana, pericolosissimo. Se ne parla poco e invece bisogna sapere che è presente soprattutto nella zona del Chianti e che provoca l’infiammazione delle meningi. Una persona, a causa di questa zanzara, è stata 25 giorni in rianimazione. Ci sono anche altri casi di ricoveri a causa di una puntura da parte di questo pappataceo. Insomma, non c’è per nulla da stare tranquilli”.
Cosa dicono i dati finora raccolti a Firenze?
“Se in centro la situazione è piuttosto tollerabile, dato che mancano sia il verde che la presenza di acqua, nelle aree meno centrali c’è un’infestazione. Un esempio? A Peretola notiamo un fortissimo incremento. Idem a Calenzano. Tante zanzare proliferano nell’area industriale di Scandicci. Soprattutto in via Baracca, zona il Barco, si sono particolarmente adattate a vivere ai piani alti. Non va meglio nell’area del palazzo di giustizia, mentre ne abbiamo rilevate poche vicino alla Nazione. Una vera e propria invasione c’è all’Ugolino, dove le persone non possono praticamente più godere della bellezza dello stare in giardino”.
Siccità, aumento del caldo. Cosa sta succedendo?
“L’acqua scarseggia e le zanzare sono sempre più affamate. Basta poco, un giardino, un terrazzo annaffiato di frequente, per farle proliferare. E poi un tempo le uova, col freddo, morivano. Adesso, invece, non c’è mai una pausa. Le zanzare hanno bisogno davvero poco per procreare. Per portare a maturazione le uova necessitano di sangue. Pertanto ci attaccano. Si sono ormai adattate all’ambiente”.
Per quanto riguarda le altre città analizzate?
“A Grosseto vediamo un forte incremento della zanzara autoctona. Anche nel pisano c’è un incremento generalizzato. Fortissimo aumento, poi, nella zona di Empoli, dove c’è lo stadio. Via Righi, ad esempio, è invasa, con importanti attacchi diurni e notturni. Eppure i torrenti dell’empolese sono secchi. Pertanto, le zanzare si riproducono nelle aree verdi. Basta una piccola presenza di acqua per farle felici. E non pensiamo che le uova siano nei pozzetti. Perchè anche quelli sono secchi. Buttare le pasticche antilarvali lì, pertanto, non serve a nulla quando non c’è acqua”.
Ma le disinfestazioni?
“Non vengono più fatte, a meno che non ci sia qualcosa di grosso, come un caso di dengue. In base all’indicazione dell’istituto superiore di sanità, le regioni non disinfestano più. È chiaro che il problema si acuisca”.
Ma insomma cosa bisogna fare?
“Bisogna mappare le aree ed investire risorse per capire quello che sta succedendo. Ci vuole una concertazione dei vari attori. Noi stiamo dando il nostro contributo, ma qui la situazione rischia di diventare pericolosa. Se la politica continua a sottostimare il problema, in futuro avremo brutte sorprese. Per dirne una, sussiste il pericolo che la tigre veicoli più virus della dengue tra la popolazione. Ci vogliono dei dati, degli studi per mettere a punto una progettualità. Il fenomeno va analizzato molto attentamente e bisogna agire rapidamente con tutti i fondi necessari. Dobbiamo capire le trasformazioni del nostro territorio”.
Non ci sono solo le zanzare…
“Eh no. Ecco che le blatte proliferano nel centro di Firenze. Nascono nelle fogne e, pensate, volano. Sono un sottoprodotto del tessuto urbano. Lo sporco ed il calore per loro sono dei toccasana. Anche questo fenomeno andrebbe studiato e affrontato seriamente”.
E poi i topi…
“Anche questi sono in crescita. In certe strade, si vedono scorrazzare alle 5 di mattina…”.
È vero che sono tornati anche i grilli?
“Davvero. In piazza del Duomo, alle 3 di notte, sembra di essere alla festa del grillo. Una volta erano presenti nelle nostre campagne, ma adesso hanno deciso di trasferirsi in città, perché offre vari ripari, come i tombini e le caditoie. Ai grilli piacciono anche i cestini dei rifiuti urbani. Si nutrono di fibre e di zuccheri ma non portano problemi. Diciamo che, in questo sconquasso generale, sono la rappresentazione più bella”.