Firenze, 19 febbraio 2025 – Dici: “Non si deve mai andare in Germania, Paolo” e a Firenze sanno benissimo di cosa parli. E’ una delle battute – centinaia, probabilmente – che i tre atti di Amici Miei hanno scolpito nella storia del cinema italiano. Al povero Paolo-Alessandro Haber quella frase la rivolge il Sassaroli, il chirurgo con il volto di Adolfo Celi, che secondo le fonti del cinema sarebbe stato ispirato da un vero luminare: il medico fiorentino Mazzingo Donati.

Celi, nato a Messina nel 1922, aveva il volto e la voce del villain e infatti i ruoli da cattivo non gli sono mai mancati, tanto da arrivare a ricoprire un ruolo iconico come l’Emilio Largo di 007-Thunderball (Operazione Tuono) del 1965. Dieci anni dopo sarà il Sassaroli, primario di una clinica a Pescia, a renderlo artisticamente immortale. Per lui i più grandi sceneggiatori del cinema italiano (il fiorentino Leo Benvenuti, il pratese Piero De Bernardi e il piemontese Tullio Pinelli, nonché il padre del progetto di Amici Miei, Pietro Germi) scrissero battute fulminanti che Celi sapeva interpretare alla perfezione: quei dialoghi gli erano cuciti addosso come gli eleganti cappotti che amava indossare l’esimio chirurgo, chiamato dal Mascetti “il nazista”.
Ma la saga diretta da Monicelli (e nel terzo atto da Nanni Loy) non è l’unico ponte tra il grande Celi e la Toscana. Il destino gli aveva riservato altri legami indissolubili, l’ultimo purtroppo tragico e tragicamente romanzesco. Tanto per iniziare, il padre di Celi (poi anche senatore del Regno) fu prefetto di Grosseto. Ma soprattutto in Toscana Celi trovò la morte: dopo tanto cinema era infatti tornato al teatro e nell’inverno del 1986 era atteso in scena al teatro di Siena, per i “Misteri di Pietroburgo” di Dostoevskij, quando fu colto da un infarto. Morente in ospedale, mentre Vittorio Gassman lo sostituiva in scena, Adolfo Celi si spense il 19 febbraio 1986, nel 40esimo anniversario della scomparsa del padre. Aveva 63 anni. Se ne andava un grande attore, Adolfo Celi, ma se ne andava anche il Sassaroli.