GIOVANNI BALLERINI
Cultura e spettacoli

Alex Britti, nel nome dell’amore. "Blues e rock’n roll per stare bene"

Presentato a La Nazione il progetto che toccherà tutta Italia

Alex Britti a La Nazione (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 12 maggio 2017 - IL CANTAUTORE e chitarrista nato il 23 agosto a Roma è stato di parola. L’aveva già annunciato un anno fa, ai tempi del trionfale In nome dell’amore tour, che il suo omonimo album sulla cresta dell’onda avrebbe avuto presto un seguito. Ed ecco che, trainato dal nuovo singolo «Speciale» esce nei negozi e nei digital store «In Nome dell’Amore – Vol. 2» (It.Pop / distribuzione A1 Entertainment S.p.A). E per farlo conoscere anche al pubblico toscano, come aveva promesso ai tempi del primo volume, un Alex Britti sorridente e motivato è tornato volentieri a presentare al quotidiano La Nazione il nuovo intrigante lavoro musicale, un disco illuminato dal sole primaverile che fiorisce atmosfere blues, sboccia nel rock ‘n’ roll, fra ballate pop, tocchi elettronici e jazz.

Alex, ancora un progetto azzeccato?

«Me lo auguro. Ho diviso in duo questo flusso di canzoni perché mi ero reso conto di aver scritto due stati d’animo di uno stesso tema. Il primo più serio, più cupo e intenso, mentre in questa seconda parlo di un amore più leggero, ma non superficiale, divertente, solare, appagante».

Più scherzoso come stato d’animo?

«Mi piace definirlo un disco dichiaratamente rock and roll. A parte la musica, lo è come temi, come argomenti, come modo di parlare e spiegare cosa ho in testa. Un lavoro insomma diretto come il rock sa essere».

Si sente di più anche la sua chitarra…

«Quando apri la finestra e lasci entrare l’aria fresca, tutto prende un altro sapore. L’atmosfera cupa del primo magari opprimeva un po’ anche la chitarra, che ora è più smagliante con un pizzico di allegria in più. Lo stesso vale per gli arrangiamenti, per l’elettronica».

In the name of love degli U2 c’entra qualcosa?

«In nome dell’amore è un modo di dire. E poi gli U2 sono sempre intrisi di politica, di sociale, mentre io preferisco che la politica la facciano i politici».

Un disco così energizzante svela un bello stato d’animo?

«E’ quello di sempre. Sono uno che ama a fare musica e suona da tantissimi anni, quest’anno sono 40, cifra tonda, ma non riesco a smettere di divertirmi».

Lo farà anche nei due concerti speciali con Gazzè?

«Sì, a Roma il 31 Luglio e 1 agosto. Siamo amici da tanti anni. Abbiamo suonato tanto insieme negli anni Novanta, quando eravamo due squattrinati che giravano di notte per Roma a cercare i locali per fare jam session. L’idea è creare qualcosa di simpatico: siamo due improvvisatori, abbiamo una tecnica, io alla chitarra, lui al basso che ci permette di giocare alla grande col nostro strumento. E vogliamo festeggiare a suon di musica questo momento di creatività e di gioia che attraversiamo con il pubblico. Prima e dopo ci sarà spazio per i nostri tour. Ho sempre suonato in trio questa volta sul palco saremo in sei».