GIULIO ARONICA
Cultura e spettacoli

Andrea Scanzi: Giorgio Gaber e la speranza faticosa

Il giornalista e drammaturgo aretino dirige la seconda edizione de "La Gaberiana", la rassegna in programma per quattro giorni - 15, 18, 22,23 luglio - tra Piazza Gaber, Piazza dell'Isolotto e Limonaia di Villa Strozzi, che ospitano dieci eventi gratuiti con ospiti d'eccezione e spettacoli inediti.

Andrea Scanzi, direttore artistico de "La Gaberiana"

Andrea Scanzi, direttore artistico de "La Gaberiana"

Firenze, 10 luglio 2024 - Giornalista libero e drammaturgo appassionato. Scrittore di successo e polemista tagliente, con il pallino per lo sport, le moto e... Giorgio Gaber. L'avrete già riconosciuto, lo sappiamo, ma ve lo diciamo lo stesso: si tratta di Andrea Scanzi, aretino doc, volto televisivo e firma di punta del "Fatto Quotidiano", ed oggi protagonista - insieme a tanti altri artisti e intellettuali - della seconda edizione de "La Gaberiana", la rassegna - in programma il 15, 18, 22 e 23 luglio tra Piazza Gaber, Piazza dell'Isolotto e Limonaia di Villa Strozzi - dedicata dall'Estate Fiorentina all'iconico cantautore milanese scomparso nel 2003. Con lui, abbiamo parlato di questo e di altro, con la consueta, schietta sincerità che lo contraddistingue. 

La Gaberiana, secondo atto: che cosa significa per te essere di nuovo a Firenze? 

"Sono molto felice. Ho dedicato tutta la vita a Giorgio Gaber, dalla tesi di laurea agli ultimi tredici anni di spettacoli sul palco, poi due anni fa nel corso dell'inaugurazione della piazza a lui intitolata, decidemmo insieme a Dario Nardella di organizzare il festival in un luogo a cui il sindaco teneva particolarmente, la piazza dell'Isolotto. Questa volta, presentiamo dieci eventi ad ingresso gratuito, con ospiti d'eccezione e uno spettacolo inedito, e sono contento che all'apertura sarà presente anche la neo-sindaca Sara Funaro". 

Si parte subito con un tridente di lusso: il segretario della CGIL Maurizio Landini e i giornalisti Massimo Giannini e Sigfrido Ranucci di Report.

"Si, nel giro di tre ore ospiteremo tutti i leader dell'opposizione (scherza, ma non troppo, ndr), forse qualcuno non ne sarà molto felice. Penso che Gaber abbia rappresentato un modello di intellettuale libero e onesto, e parlare oggi di dignità del lavoro e dell'informazione sia il modo migliore per ricordarlo, non a caso le interviste saranno sempre accompagnate da video, monologhi e canzoni del Signor G.". 

Nella seconda serata, parlerai di Gaber e l'appartenenza. Come ricostruire un sentimento di comunità in tempi di passioni tristi e sfiducia collettiva? 

"Anche per Gaber l'appartenenza politica, ideologica e utopica è sempre stato un sentimento faticoso, tanto che aveva smesso persino di votare. Proveremo a ricostruire questo rapporto altalenante insieme a Simone Cristicchi, che racconta Gaber sul palco da quindici anni, e Paolo Jannacci, figlio di Enzo, il suo migliore amico. Ma non c'è dubbio che oggi credere nella partecipazione sia ancora più difficile di allora...".

Tra gli ospiti del terzo appuntamento, ci sarà uno dei decani del giornalismo, Antonio Padellaro. L'incontro si intitola "Reduci", ma come esserlo davvero senza scadere nel reducismo?

"Il punto di partenza è proprio la canzone 'I Reduci' di Gaber, contenuta nel disco 'Libertà obbligatoria'. L'ultimo libro di Antonio Padellaro 'Solo la verità lo giuro' offre l'esempio di una persona che continua a guardare il mondo con apertura e curiosità, senza crogiolarsi sul passato. Nella società siamo pieni di persone come lui, nella politica molto meno, comunque meglio un eccesso di nostalgia che dimenticarsi di essere stati...".

La serata finale è uno spettacolo inedito che omaggia la stagione d'oro del cantautorato, ma parla anche del Gaber pubblico e privato... 

"Si, saremo in Piazza dell'Isolotto con Enzo Jacchetti, e poi tanti altri artisti, come Filippo Graziani, Setak, Peppe Voltarelli, Massimo Germini e Gianluca Di Febo, che eseguiranno brani di grandi cantautori, da Ivano Fossati a Francesco De Gregori. Negli anni Settanta, quando Gaber scrisse 'Chiedo scusa se parlo di Maria', si riferiva all'uomo scisso di Adorno, perché non può esistere rivoluzione pubblica senza comportamenti onesti e coerenti nel privato: la sua lezione può servirci anche oggi". 

L'intervista con Sigfrido Ranucci (che riceverà il Premio Gaberiana 2024, ndr) si intitola "Salviamo sto' paese". Istruzioni per l'uso?

"Individualmente, continuando ad informarsi, indignarsi e votare, perché l'astenuto ha tutte le ragioni del mondo, ma con il suo atteggiamento non cambierà mai niente. Sul piano politico, costruendo un'alternativa che sia coerente sulle questioni di fondo - dal lavoro alla giustizia sino alla politica estera - senza ricorrere ad ammucchiate che alimenterebbero soltanto l'astensione".