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Rosina interpretata da Paola Gardina (foto Marcello Orselli)
Genova, 17 gennaio 2020 - Entrare nel mondo di Emanuele Luzzati è sempre una grande emozione. Specialmente quando l'artista figurativo entra in contatto con la musica importante della nostra storia, come quella di Gioachino Rossini e del suo Barbiere di Siviglia. Lo spettacolo che in questi giorni è in scena al Carlo Felice di Genova lo dimostra in pieno: Luzzati sceglie di descrivere Siviglia inserendola in una mediterraneità colorata e austera al tempo stesso. Lo dimostrano i palazzi dal fondo grigio, ma tutt'altro che tristi grazie a disegni geometrici, gli aulejos che rivestono gli interni, i panni stesi sulla terrazza. In questo ambito, con i costumi di Santuzza Calì, si innesta la regia di Filippo Crivelli, una delle solide professionalità del nostro teatro d'opera. Crivelli punta sulla comicità del libretto, senza però superare il confine della farsa. Fra le trovate migliori la chitarra di Figaro che contiene al suo interno gli attrezzi del barbiere, o la lezione di Don Alonso-Almaviva a Rosina che riesce a far addormentare Don Bartolo dalla cui presa la giovane riesce a liberarsi. Un allestimento non nuovo, ma assolutamente attuale e godibile.
La direzione di Alvise Casellati è ordinata e punta sul compito della concertazione per valorizzare il lavoro delle voci. A questo proposito, anche il secondo cast dell'opera ha mostrato prove di eccellenza: a partire dalla Rosina di Paola Gardina, perfetta come physique du rôle e prestazione vocale con valenza tecnica e grande bellezza nel registro grave. Potenti i mezzi vocali di Don Bartolo di Misha Kiria, la cui figura riesce a conferire dignità a un ruolo più difficile dal punto di vista drammaturgico di quanto si pensi. Bene anche il Figaro di Daniele Terenzi, sicuro tecnicamente e sulla scena. Segnaliamo con merito anche la Berta di Simona Di Capua, l'Almaviva di Francesco Marsiglia e il Don Basilio di Gabriele Sagona. Grandi festeggiamenti alla fine, anche per la presenza tra il pubblico di tanti giovanissimi che hanno salutato con entusiasmo la recita. Una circostanza che fa ben sperare per il futuro del teatro in musica.
Restano quattro recite: il 17, 18, 19 e 21 gennaio.