Firenze, 20 novembre 2024 - Il corpo nell'immagine. Per agire l'opera d'arte, e non solo osservarla; per immaginarla, e non solo studiarla. E' questo il senso profondo della riflessione di Virgilio Sieni sul gesto come vettore di cambiamento, in grado di ridefinire la nostra relazione con gli spazi museali, trasformandoli da luoghi anonimi di contemplazione passiva della bellezza in momenti condivisi di emancipazione e rinnovata consapevolezza.
"Abitare il museo. Il corpo dell'arte" è il titolo del convegno che chiude la tre giorni - venerdì 22, sabato 23 e lunedì 25 novembre - organizzata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza da lui diretto in collaborazione con Regione Toscana, Fondazione Cassa di Risparmio, Comune di Firenze e Ministero della Cultura. "Tre appuntamenti per approfondire e sviluppare codici innovativi di comunicazione tra il pubblico e gli spazi culturali - spiega l'assessore Giovanni Bettarini - Integrando le pratiche standardizzate di visita e osservazione dei dipinti con percorsi coreografici fondati sul gesto e il movimento".
In apertura, Cango Cantieri Goldonetta ospita venerdì sera "Physys. Lo spazio ventoso", titolo allusivo dell'atto di fiorire e germinare, produrre e modellare attraverso dieci forme nomadi di danzatori e danzatrici che si spostano nello spazio abbeverandosi della tattilità pittorica richiamata dalle opere del Beato Angelico conservate al Museo di San Marco. La rassegna si sposta sabato pomeriggio al Cenacolo del Fuligno, dove Virgilio Sieni condurrà una lezione sul gesto davanti all'Ultima Cena del Perugino, preceduta dall'introduzione all'opera del Direttore regionale dei Musei nazionali Toscana Stefano Casciu.
Lunedì 25, Cango Cantieri Goldonetta dedica l'intera giornata al racconto delle esperienze più rilevanti e innovative di welfare culturale e fruizione dei luoghi artistici, in compagnia di direttori di istituzioni museali, antropologi e operatori; al termine dei lavori, il Museo San Marco presenta "Lumen Naturae" di Virgilio Sieni: dieci danzatori disposti nelle vicinanze degli affreschi del Beato Angelico propongono esercizi ascoltati, brevi sequenze contemplate, ripetizioni meditate e sguardi di attenzione alle celle, invitando il pubblico ad osservare liberamente e a richiedere la trasmissione dell'opera attraverso il gesto.