GIULIO ARONICA
Cultura e spettacoli

Donne del cielo: la mostra che racconta il ruolo femminile nella ricerca astronomica

L’esposizione ideata dal Museo Galileo presenta un percorso che unisce le opere scientifiche e letterarie. Fino all'8 giugno. Ingresso gratuito.

Donne del cielo, la presentazione della mostra

Firenze, 7 marzo 2024 - Dal cielo alla terra, da muse a scienziate, dal Rinascimento al Novecento. E' una costellazione di donne l'esposizione organizzata dal Museo Galileo in programma da domani fino all'8 giugno nella Sala Dante della Biblioteca Nazionale Centrale: a partire dalle curatrici - Natacha Fabbri, Caterina Guiducci e Simona Mammana - che attingendo dal ricco patrimonio di opere scientifiche, letterarie e cartografiche della Biblioteca presentano un percorso dedicato al ruolo della donna nella ricerca astronomica e alle associazioni più ricorrenti tra immagini femminili e sfere celesti dal Rinascimento al Novecento. 

La mostra - che si avvale anche del sostegno di Regione Toscana, InContemporanea e Caserma Archeologica - sviluppa un dialogo inedito e suggestivo tra strumenti scientifici - provenienti dal Museo Galileo e da collezioni private - i testi selezionati e le creazioni artistiche di Ilaria Margutti: sette grandi tele raffiguranti i calcoli matematici dell'astronoma statunitense Henrietta Leavitt - una delle cosiddette "donne computer" che svelò con i suoi studi il periodo e la luminosità delle stelle Cefeidi - attraverso l'antica tecnica del ricamo.

Un viaggio in sette tappe che segue l'ordine cronologico e la coerenza tematica: Urania, madre celeste dell'astronomia presente nei trattati astronomici del Seicento e del Settecento, lascia spazio ai cori di muse che scandiscono il moto armonico dei pianeti, perché sono le donne ad aver dato forma e immagine all'universo. Dalle pubblicazioni cinquecentesche di Moderata Fonte, Lucrezia Marinella e Margherita Sarrocchi, alle traduzioni di opere fondamentali come i Principia di Newton da parte della matematica e filosofa Emile du Chatelet

Né si può dimenticare il contributo di grandi poiastronome come Maria Clara Eimmart e Mary Somerville, Maddalena e Teresa Manfredi, che tra Seicento e Settecento hanno dato vita alle più affascinanti raffigurazioni della luna e degli altri corpi celesti. E proprio la luna, spesso accostata al mondo femminile con letture misogine e derisorie, sarà teatro a metà dell'Ottocento della prima spedizione declinata al femminile, attraverso la fantasia dell'astronomo Ernesto Capocci, autore del volume "La relazione del primo viaggio di una donna alla Luna nell'anno 2057", fonte d'ispirazione nel secolo successivo di opere cinematografiche di rilievo come "Una donna nella luna" di Fritz Lang.