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Donne, poeti e molto altro ancora. Esce il nuovo libro di Gigliola Sacerdoti Mariani

S'intitola “Donne e poeti vedono arrivare la verità. Saggi per il XXI secolo” la raccolta di storiche testimonianze che ripercorrono la magia delle lezioni in lingua inglese, condotte dalla Professoressa negli anni d'insegnamento alla Cesare Alfieri di Firenze

La Professoressa Gigliola Sacerdoti Mariani

La Professoressa Gigliola Sacerdoti Mariani

Firenze, 12 marzo 2021- È fresco di stampa il volume firmato da Gigliola Sacerdoti Mariani, già docente universitaria di Lingua inglese nella Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri, dal titolo “Donne e poeti vedono arrivare la verità. Saggi per il XXI secolo” (Arcidosso, Effigi 202). Basta leggere l’indice di questo volume per ricordare la magia delle lezioni che la “Prof.” Sacerdoti Mariani offriva agli studenti del suo corso. In particolar modo, per quanti frequentavano il ‘Corso di Laurea in Media e Giornalismo’, la Professoressa preparava delle dispense, rilegate insieme ad alcuni suoi saggi, da cui emergeva una cultura molto vasta, sempre in movimento oltre i confini inglesi e americani.

In quella preziosa collezione di periodici della Gran Bretagna e degli Stati Uniti relativi al nostro Risorgimento, su cui gli studenti erano chiamati a discutere, c’era anche una pagina del New York Times del 23 luglio 1882, che pubblicava una poesia di Garibaldi dedicata a Caprera, tradotta in inglese. Quei versi lasciavano intravedere quale fosse la “verità” percepita dall’eroe dei due mondi, quando contemplava la sua isola e, con lo sguardo, cercava di andare oltre l’orizzonte.

«Gli studenti erano incuriositi dalla visione che i giornali stranieri diffondevano in relazione alle vicende risorgimentali -spiega la Professoressa- e ne uscivano arricchiti in merito alla storia italiana dell’Ottocento, nella sua complessità e nei suoi articolati dettagli. Ne coglievano i risvolti politico-sociali più rilevanti in lingua inglese, e ne apprezzavano i documentati intrecci transatlantici (significativo il breve rapporto tra Lincoln e Garibaldi), insieme alle ideologie e ai valori ad essi sottesi, mentre li sollecitavo a fare l’analisi dei testi partendo dai fondamenti teorici della linguistica sistemico-funzionale, della semiotica sociale, del decostruzionismo».

Ai resoconti, ai commenti, ai dibattiti che la stampa angloamericana diffondeva in merito alla Repubblica Romana di Mazzini -alla quale si era dedicata Margaret Fuller- sulla situazione nel Regno delle Due Sicilie e ancora la spedizione dei Mille, l’avventura sull’Aspromonte, con i relativi cartoons e le didascalie di non comune ironia di matrice inglese, talvolta Sacerdoti Mariani aggiungeva i verbali dei dibattiti parlamentari di Westminster relativi alle scelte diplomatiche di Cavour, alla tirannia dei Lorena e di Pio IX; o piuttosto le copie delle lettere autografe di Mazzini indirizzate alle amiche londinesi, cariche non solo di ideologia, ma anche di espressioni delicate nelle righe conclusive. «Ce ne sono alcune che non ho mai dimenticato -commenta la Professoressa-: “God bless you, dearest; and may you feel my kiss all along the journey”; “Bless you, my evening star: I am always with you”. In questo libro si può incontrare l'aspetto poetico dell'eroe dei due mondi, l’immagine di lui ferito prigioniero nella fortezza di Varignano (riprodotta sulla copertina di Harper’s Weekly) e lasciarsi conquistare dal fascino della lingua inglese parlata dai “Members of Parliament, da Peel a Russell, da Palmerston a Disraeli. I temi e i titoli sono vari e accattivanti: “Churchill ha mobilitato la lingua inglese e l’ha spedita in battaglia”, “Sherlock Holmes: una collezione di ‘citazioni’”, “Obamanomics: true and false” – tre saggi ‘occasionati’ da convegni specifici, che si collocano nell’intersezione che sta tra l’approccio storico, quello linguistico e quello letterario».

Alla base del libro di Sacerdoti Mariani sta una profonda dottrina, ma anche gli interessi interdisciplinari di un'autrice che, oltretutto, ha anche il gusto di un’ironia contagiosa. Se la presenza di poeti non sempre risulta esplicita nei titoli di questo volume, i versi sembrano fluire senza interruzione dal primo saggio, “Muriel Rukeyser e Käthe Kollwitz: un confronto di segni”, fino all’ultimo, “Il Nobel per la letteratura a Louise Glück”: in inglese, in italiano, alcuni mai tradotti prima, vengono poi incastonati, come gioielli, nelle pagine di commento. Inattesi quelli di Angiolo Orvieto “Fra le ‘carte’ di Lina Moro”, dove la Professoressa intende esaltare “i percorsi del patrimonio culturale ebraico, che è stato ed è un fondamento della sua vita”.

Altrettanto inattesa giunge “Preghiera e arte ebraica a Forlì in un manoscritto del 1383”, che niente ha a che vedere con la cattedra di ‘Lingua Inglese’ – dove, tuttavia, lei usa gli stessi metodi di analisi filologica e letteraria che le hanno consentito di fare opera ermeneutica sugli altri testi e ci porta ad apprezzare la poesia della Bibbia, quella dei Salmi in particolare. Tutto questo si trova dietro a una copertina coloratissima, la riproduzione di un un quadro - “Equilibrio vitale” - di Riccardo Carrai: già un primo commento a questo volume, che è di per sé invitante, grazie al verso mutuato da Muriel Rukeyser che gli fa da titolo, “Women and poets see the truth arrive”; provocatorio, certo, grazie alle parole della stessa poetessa, un distico riportato come epigrafe nel primo saggio: “Che cosa succederebbe se una sola donna dicesse la verità sulla sua vita? Il mondo si schianterebbe”.  

Caterina Ceccuti