Firenze, 31 gennaio 2024 – La settantaquattresima edizione del Festival di Sanremo è alle porte. Una manifestazione popolare a cui nessuno può sottrarsi. Anche i detrattori più accaniti devono fare i conti, anno dopo anno, con un evento mediatico totalizzante che non lascia scampo. Da quel festival è passato tutto e di tutto. Ovviamente nell’albo d’oro finiscono soprattutto i vincitori. E nel corso degli anni, ben otto artisti toscani hanno conquistato il podio più alto. Anche se il numero può essere considerato variabile perché c’è chi è toscano solo per l’anagrafe, perché nato nella regione ma quasi per caso, chi invece è nato altrove ma di fatto ha sempre vissuto qui, chi sta in mezzo al guado. Emblematico il caso di Emma, nata a Firenze ma di fatto salentina anche se lei stessa ha sempre rimarcato il legame con la città natale e con Sesto Fiorentino dove visse per un breve periodo.
La prima e unica presenza femminile è Nada, soprannominata subito il pulcino di Gabbro, frazione del comune di Rosignano Marittimo in provincia di Livorno dove nacque nel 1953. La piccola grande Nada Malanima trionfa al festival nel 1971 alla sua terza partecipazione dopo il debutto nel 1969 in coppia con i Rokes («Ma che freddo fa»). Tornerà anche l’anno successivo in coppia con Ron («Pà diglielo a mà). Ma il 1971 sarà il suo anno grazie ad un brano che è entrato nella storia della musica leggera, «Il cuore è uno zingaro», scritta dal toscano di Cortona Franco Migliacci e da Claudio Mattone. In coppia con l’allora grande star Nicola Di Bari, Nada trionfa a soli diciotto anni.
Soltanto sei anni dopo si ripeterà l’exploit made in Toscana con un gruppo di giovani fiorentini, gli Homo Sapiens, formatosi nei primi anni settanta. Pur essendo gli anni bui di Sanremo, il loro brano vincitore «Bella da morire», ha resistito nel tempo e ancora viene fischiettato dai meno giovani.
Il 1980 è l’anno di «Solo noi» di Toto Cutugno che per nascita è artista toscano, di Fosdinovo in provincia di Massa-Carrara, nato da padre siciliano e madre toscana, pur crescendo poi a La Spezia. Per anni soprannominato l’eterno secondo, Cutugno vinse il suo unico festival proprio nell’anno della rinascita del festival, quello condotto da uno stralunato Roberto Benigni che riuscì a risvegliare l’interesse per una manifestazione in cui, in ben pochi oramai credevano, Rai compresa.
Due anni dopo è la volta di Riccardo Fogli da Pontedera che conquista le giurie con «Storie di tutti i giorni». Dato per favorito settimane prima, l’ex componente dei Pooh vinse senza meravigliare nessuno. Tutti i giornali lo davano vincente alla vigilia del festival.
Una lunga pausa di dodici anni e poi, nel 1994, sarà Aleandro Baldi da Greve in Chianti a battere tutti i «colleghi» favoriti, una su tutti Laura Pausini solo terza con «Strani amori». Grazie a «Passerà» scritta anche da Giancarlo Bigazzi e Marco Falagiani, Baldi vince e diventa una star della musica.
Marco Masini e il suo «Uomo volante» hanno la meglio nel 2004, mentre un giovane Francesco Gabbani da Carrara trionfa nel 2017 sovvertendo ogni pronostico che vedeva favorita la grande Fiorella Mannoia (dovrà accontentarsi sportivamente del secondo posto con «Che sia benedetta» scritta dai pratesi Erika e Salvatore Mineo, la prima conosciuta cantante con lo pseudonimo di Amara). Gabbani con «Occidentali’s kharma» sarà primo e il primo ad essere sorpreso all’apertura della busta con il nome del vincitore. E per cavalleria, quasi a scusarsi, si inginocchierà davanti alla Mannoia che ricambierà con sorriso divertito.
Questi sono gli 8 big toscani che hanno vinto il Festiva di Sanremo. Ma a voler essere pignoli c’è un’altra vincitrice; Emma con «Non è l’inferno» che vince ne 2012. Sulla sua cartà d’identità c’è scritto: nata a Firenze il 25 maggio 1984, ma in realtà cresciuta nel Salento, in provincia di Lecce.