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Firenze Archeofilm 2025
Firenze, 3 marzo 2025 - La strada della civiltà. Tra vita e finzione, studio e ricerca, scienza e folclore. E' un viaggio nelle conquiste dell'umanità la settima edizione di "Firenze Archeofilm 2025", il festival ideato dalla rivista Archeologia Viva (Giunti editore) e TourismA in collaborazione con l'Università di Firenze e l'Istituto Fiorentino di Preistoria. La rassegna diretta da Giuditta Pruneti presenta da mercoledì 5 a domenica 9 marzo ottanta film ad ingresso libero e gratuito per raccontare storie e personaggi che con le proprie azioni e scoperte hanno aggiunto tasselli fondamentali al progresso del genere umano.
"Il programma di quest'anno è un'avventura spazio temporale, ma anche un momento di riflessione sul presente - spiega la direttrice - Le tappe della Storia dimostrano quanto l'uomo non sia solo la somma dei propri errori, ma sia tutt'oggi capace di stupire attraverso le sue straordinarie capacità ed abilità. Ma il passaggio riuscito dalla crescita biologica a quella culturale fino al narcotizzante salto tecnologico dei nostri tempi sottolineano la necessità non rinviabile di un'evoluzione della coscienza sociale e morale".
Tra i vari appuntamenti in programma al Cinema La Compagnia, sono numerose le prime assolute: mercoledì saranno proiettati in Sala Grande "La Muculufa" di Francesco Montefusco, ambientato sul monte che divide le province di Agrigento e Caltanissetta, "Maasai Eunoto" di Kire Godal, dedicato alla resistenza degli indigeni Masai, e "Il vento di Eridu" di Fabrizio D'Agostino, che segue la missione dell'equipe dell'Università La Sapienza in un importante sito archeologico iracheno. Il percorso prosegue giovedì con altre esclusive, come i corti "Once beneath a time" di Amelia Dickson, "Luigi De Gregori. Salvare la creatura" di Tommaso Sestito e Lorenzo Chechi, "Il Crèmera sulle terre di Vaio" di Domenico Parisse e "Roma, il frutto della conquista. Il mito dell'agricoltura tra Sabina e l'Impero" di Diego d'Innocenzo e Francesco Giannetti.
E se venerdì 7 l'austriaco Christoph Amort ci porta ai confini del mondo nell'estremo nord della Siberia, dove vivono i nomadi Nenet, Stefano Zampini viaggia nel tempo raccontando la parabola dell'Uomo di Val Rosna, il cacciatore del paleolitico vissuto quattordici mila anni fa. Storia e sacralità si intrecciano sabato tra i tesori sepolti di Notre Dame e il Campo della Fiera di Orvieto, la tomba della Sciamana di Bad Durrenberg e i preziosi reperti dell'antica Akràgas, trasportati dalla cattedrale di Girgenti a Monaco di Baviera dall'architetto tedesco Leo Von Kienze. Fino alla giornata conclusiva, con la presentazione in video dei lavori di restauro del Museo della Specola - introdotti dalla rettrice Alessandra Petrucci - e la premiazione finale.