MAURIZIO COSTANZO
Cultura e spettacoli

I Gemelli Siamesi tornano a teatro: "Allentiamo la paura con una risata"

Al teatro San Martino di Sesto Fiorentino va in scena ‘Dove eravamo rimasti?’. Ecco come prenotare

I Gemelli Siamesi

Firenze, 1 aprile 2022 - C’era una volta il teatro. Poi la pandemia ha fermato tutto. Ora però riparte, e a suon di risate, grazie a quei due ‘ragazzi terribili’ dei Gemelli Siamesi, al secolo Raul Guidotti e Emiliano Buttaroni, che portano sul palcoscenico il loro carico di allegria e buonumore. Per chi li ha ammirati in televisione a Italia’s got Talent, ora è arrivato il momento di andarli a vedere dal vivo. Il divertimento è assicurato, visto che i Gemelli Siamesi hanno la battuta sempre pronta su tutto. Appuntamento a Sesto Fiorentino dove saranno in scena il 2 aprile al Teatro San Martino in piazza della Chiesa 77 alle ore 21 con ‘Dove eravamo rimasti?’ (info e prenotazioni 3755184410).

Come mai avete scelto proprio questo titolo per il vostro spettacolo?

Emiliano: “Citiamo la famosa frase di Enzo Tortora quando tornò in televisione a condurre Portobello, perché torniamo in teatro dopo due anni di pandemia che ci ha bloccato. In cosa consiste lo spettacolo? Dopo due anni di pandemia, in cui siamo stati in casa, abbiamo mangiato di tutto e siamo pure ingrassati, cercheremo di ricordarci cosa facevamo prima, per vedere se siamo ancora in grado di far ridere le persone, come quando eravamo su Canale Cinque alla finale di Italia’s got Talent”.

Dopo Sesto Fiorentino avete in programma altre tappe?

Emiliano: “In teatro abbiamo quest’unica data per ora, ma la programmazione estiva ci vedrà come sempre in tante piazze toscane”.

Quando nasce questo spettacolo?

Emiliano: “Durante il lockdown, infatti ci saranno dei pezzi nuovi che proveremo. Nasce anche dalle osservazioni che abbiamo fatto sul web, visto che in quel periodo eravamo tutti sul telefonino. Abbiamo preso spunto dalle cose che ci hanno fatto ridere delle persone che si prendevano troppo sul serio: faremo riferimento anche a quest’aspetto. Ora però vogliamo tornare a giocare, a divertirci e ridere di cose semplici, come fanno i bambini”.

Come avete vissuto voi il lockdown?

Emiliano: “In maniera diversa. Raul cercava di far ridere e divertire la gente il più possibile e ha alleggerito agli altri di questo stare chiusi in casa. Io invece di far ridere soltanto ho cercato di far compagnia agli anziani e cercato di far capire che l’unico modo di salvarci, quando siamo in situazioni difficili, è quello di volere bene, ascoltare di più le persone, parlare più di poesia e veicolare le risate attraverso cose un po’ più serie”.

Raul: “Io alla mia suocera, invece di dirle che doveva stare a distanza di due metri, le dissi che bisognava stare a distanza minimo di dieci metri. Dunque se qualcuno la dovesse incontrare, sappia che le ho detto che fino a quando la pandemia non sarà finita, deve stare a dieci metri di distanza. Oggi si sono allentate le restrizioni ma io non gliel’ho detto: e mi raccomando, voi non glielo dite!”.

Che futuro immaginate per la commedia a teatro nel post pandemia?

Raul: “Incrociando le dita nutriamo la speranza che le persone tornino in teatro e si allenti un po’ la paura di avere accanto un’altra persona. Per quanto riguarda una previsione, io credo, e anche Raul, che il teatro tornerà più forte di prima, perché è l’unico mezzo che racconta una verità istantanea. Su internet ci sono un sacco di fake news, mentre il teatro rimane la cosa più genuina, più vera da respirare. Anche se l’attore interpreta una storia di fantasia, la realtà è che l’attore è sul palco, il pubblico a quattro metri e quindi quella finzione è reale. Tornerà dunque secondo noi più forte di prima, anche perché nella storia è successo sempre così: durante ogni periodo di guerra e pandemia, chi teneva alto il morale era il teatro. Anzi noi speriamo che tornino addirittura i ‘caravanserragli’ cioè quelle carovane che si fermavano nelle piazze, da cui scendevano i guitti a far sorridere le persone. Crediamo dunque che il teatro torni forte come prima e a dimensione d’uomo, cosa che ultimamente si era un po’ persa”.

Uno sguardo sulla comicità toscana?

Raul: “Ci sono tanti ragazzi che hanno saputo usare il web, sono bravi e giovanissimi. Purtroppo però il web li sta anche bruciando, nel senso che fanno una battuta, la mettono in rete e il giorno dopo ne devono inventare un’altra, e questo toglie alle persone la voglia di andarli a vedere. Poi ci sono i nomi storici del teatro che stanno continuando ad avere successo, Alessandro Paci che ci ha fatto conoscere, Sergio Forconi e atri grandi toscani. Un nome su tutti: il teatro Vertigo livornese che sta lavorando benissimo. Un altro bravissimo, Stefano Massini. Ma facciamo un applauso a chiunque fa arte: chiunque ha il coraggio di aprire un sipario adesso, in questo momento difficile, è da applaudire”.

Lo spettacolo si rivolge a tutti?

Raul: “A tutti ma un po’ più agli adulti perché non ci sono parolacce, ma tanti doppi sensi sì. Una cosa a cui teniamo: in un primo momento possiamo sembrare un po’ borderline e sopra le righe. Però in tutti i nostri testi non c’è volgarità né una parolaccia. Ci sono doppi sensi ma non fine a se stessi. Cercheremo di ridere e far divertire le persone come si divertono i bambini. Quindi un fischietto in bocca può diventare un tic, una asciuga insalata può diventare il timone di una barca: insomma tutto quello che a noi ci fa un po’ viaggiare, cerchiamo di riportarlo in teatro. Tra l’altro facciamo anche un pezzo di Giulietta e Romeo di Shakespeare, che condensiamo in tre minuti”.