Firenze, 4 gennaio 2025 - Ne Il Geranio sopra la cantina Evaristo Seghetta Andreoli fa fiorire con padronanza di linguaggio e pause una poesia posta sulla soglia di una maturità capace di innamorarsi ancora, con “sogni sognati da svegli".
Nella prefazione di questo libro edito da Puntoacapo e segnalato dal Camaiore, Francesco Ricci osserva come in queste poesie vengano individuati come dei "varchi" attraverso i quali l'autore, umbro di nascita e toscano d'adozione, riesce a ritrovare, nell'esistenza, dei segni di grazia quando tutto sembra scontato e finito.
Ecco allora "...l’evento ormai inaspettato / con la felicità data al soldato / dalla guerra finita, abbandonato / il fucile, ora che la vita ci offre / uno specchio nuovo, il ritorno della / purezza, perché bellezza vera / penetra nel cuore senza riserve". Diventa possibile incantarsi nuovamente, per resa e gratitudine. Sì, "succede pure che a volte sogniamo / per giorni e giorni, forse anche per mesi. / Sembriamo sogni sognati da svegli, / poi ci svegliamo e ci rendiamo conto / che erano veri".
A quel punto si può cogliere quanto sia prezioso il nome di chi non ha nemmeno un amico se non noi quando ci avviciniamo, ritornando fedelmente a trovarlo.